Venezia. Nessun Far West, superamento del vuoto politico e subito un nuovo welfare

Gli accadimenti di questi giorni devono farci riflettere sulla prospettiva di città che vogliamo. L’acuirsi della condizione di degrado ed il registrarsi di fenomeni come il ritorno della circolazione di droghe pesanti – ad esempio il crack – sono un dato di fatto oggettivo, trasversale a diverse aree della città.

Allo stesso tempo altri episodi come la comparsa di scritte xenofobe sulle mura della moschea di Marghera e l’aggressione attraverso uno sparachiodi al ragazzo di origine romena sotto la rampa del cavalcavia di via Rizzardi, denotano un clima inquietante, una tensione crescente che preoccupa le molte persone perbene che vivono ed amano il nostro territorio.

Il tutto accade in una situazione di vuoto politico, un vuoto che non si declina solo in un’assenza di politiche finalizzate al superamento di questi fenomeni – ma anche, e soprattutto, attraverso un strategia precisa di smantellamento del sistema di welfare urbano (che vanta interventi importantissimi di contrasto alla marginalità). Allo stesso tempo, la paventata chiusura di spazi culturali e la riduzione delle risorse destinate a quelli sportivi, sono la ciliegina (amara) che condisce la torta.

Rispetto a questa situazione il rischio è che qualcuno, con il vile tentativo di risicare qualche misero consenso elettorale, alimenti il clima di intolleranza e xenofobia. Quell’humus ideale che può coinvolgere qualche ragazzino in cerca della bravata o – peggio – qualche “pazzo” che punti alla soluzione fai da te in stile far west.

Per questo, noi che siamo portatori di un approccio post ideologico che punta al governo della città e delle sue trasformazioni, chiediamo che venga fatta piena luce su quello che è accaduto, senza alcuno sconto. Crediamo, inoltre, che sia necessario puntare i riflettori sui professionisti dell’intolleranza che gettano benzina sul fuoco e che hanno responsabilità precise (quantomeno indirette) su quello che sta succedendo.

Infine, ci candidiamo prendere per mano il destino della città, per fermare il taglio sistematico ai servizi sociali e culturali, per rivitalizzare e riaprire i luoghi e gli spazi abbandonati al degrado, per condurre una battaglia sul reperimento delle risorse utili alla creazione di un nuovo sistema di welfare ancorato al nuovo scenario urbano e ai mutamenti sociali in atto.

Federico Camporese, coordinatore metropolitano
Federazione di Venezia
Sinistra Ecologia Libertà