I funerali con rito civile del compagno Alessandro Sabiucciu si svolgeranno giovedì 31 maggio alle 15.30 a Ca’ Farsetti, Municipio di Venezia (S. Marco 4136, Venezia).
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È con profondo dolore che apprendiamo della scomparsa del compagno e caro amico Alessandro Sabiucciu.
In questo momento ci stringiamo alla famiglia a cui va il nostro affetto sincero.
Sandro non era solo un appassionato uomo politico ma di straordinaria cultura e intelletto.
L’ironia, tipica della sua intelligenza fuori dal comune, ha sempre contraddistinto la sua azione politica e lo accompagnava anche nella quotidianità.
Per la Federazione di Venezia di SEL, i compagni e gli amici che con lui hanno portato avanti ideali e progetti politici, il vuoto che lascia Sandro è incolmabile sia a livello politico che personale.
Valentina Dascanio
coordinatrice provinciale di Venezia
Sinistra Ecologia Libertà
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CIAO SANDRO
Siamo gli iscritti del circolo di Sinistra ecologia libertà di Mestre e abbiamo avuto il piacere di conoscere Sandro Sabiucciu nell’ultimo anno.
In questo poco tempo abbiamo potuto apprezzare la sua onestà e la sua dedizione. La sua capacità di essere interprete di chi più da vicino è investito da problemi come l’accesso negato ai diritti fondamentali, la disoccupazione, la precarietà.
In particolare ci ricorderemo di lui per la sua voglia di cambiare in meglio il nostro movimento politico, cercando di supportare le iniziative più innovative sul piano sociale e ambientale, consapevole che questa apertura fosse un passaggio centrale per una forza progressista.
Nei prossimi giorni avremmo dovuto lavorare insieme per la raccolta firme a supporto delle proposte di legge regionale sul reddito di cittadinanza e sulla riconversione ecologica dell’economia. Lo faremo con il massimo impegno, pensando che questo percorso possa essere il modo migliore per ricordarlo.
Ci stringiamo attorno alla famiglia a cui vanno le nostre più sentite condoglianze.
Sinistra Ecologia Libertà
Circolo “Mestre e Terraferma” – Venezia
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Addio all’amico Sandro Sabiucciu
La scomparsa del compagno e amico Sandro Sabiucciu lascia un vuoto difficilmente colmabile. Brillante nelle analisi politiche, attento osservatore delle questioni del mondo del lavoro, non si è mai risparmiato per gli ideali politici in cui credeva fortemente, macinando chilometri e chilometri anche solo per poter ascoltare le idee altrui.
Ma la stima a Sandro non era solo quella politica, che già molta parte di chi era può dire, era soprattutto quella per l’uomo, per il calore che riversava nell’amicizia, per il tempo che dedicava alla crescita umana di chi gli stava attorno con la pungolatura del saggio ma anche con la pazienza di chi ha la consapevolezza di dover essere anche guida nei processi formativi.
Corre il ricordo ad una cena a casa sua, a Riese Pio Decimo, assieme ad un altro caro amico, in cui tra una ottima pasta, da bravo cuoco qual era, ed una meravigliosa frittata si discuteva di partito ma anche e soprattutto di cultura, arricchite da lui con fini citazioni di Leopardi.
Viene a mancare un punto di riferimento fondamentale per tutti noi ed in un modo talmente inaspettato da lasciare letteralmente senza parole, sostituite tutte da un dolore profondo. Addio Sandro.
Stefano Lorenzin
Sinistra Ecologia Libertà
Circolo di Mira
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Grazie, Sandro
Il Circolo “P.P.Pasolini” di Sinistra Ecologia Libertà esprime cordoglio e sconcerto per l’improvvisa e prematura scomparsa del compagno Alessandro Sabiucciu.
Era coordinatore del circolo di Mestre, circolo con il quale abbiamo condiviso tante battaglie, era membro del coordinamento provinciale dell’Assemblea regionale e del Comitato scientifico nazionale del nostro partito.
Sapeva parlare al popolo, Sandro, sapeva parlare ai giovani e ai meno giovani, ma sapeva discutere anche con l’intellighienza, sempre presente e informato com’era. E, in ogni situazione, sapeva essere se stesso, Sandro. Con la sua passione politica, la sua sagace ironia, la sua vivace intelligenza, con quella sua carica anticonvenzionale.
Aveva una perizia e una esperienza rare, Sandro.
Un passato di lotte nel Sindacato, la presidenza della Camera del Lavoro di Venezia, l’assessorato al Lavoro della provincia di Venezia. Il lavoro, d’altronde, e’ sempre stato al centro di qualsiasi suo discorso, di ogni sua analisi, di suo ogni ragionamento.
Fino all’ultima battaglia, appena iniziata: la proposta di legge regionale per il reddito di cittadinanza, di cui in questi giorni stava raccogliendo le firme. Da questo momento, compagno Sandro, questa sarà la nostra battaglia, una battaglia che vinceremo anche per te.
Grazie, Sandro.
Renata Mannise, coordinatrice
Sinistra Ecologia Libertà
Circolo tematico-culturale “Pier Paolo Pasolini” – Venezia
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A Sandro
Descrivere, per commemorare, una personalità come quella di Sandro non è facile.
Complessa, poliedrica, ricca di sfumature che evidenziavano tratti spigolosi insieme alle più carezzevoli manifestazioni di generosità, simpatia e tenerezza.
Un’accezione, forse più di ogni altra, potrebbe contenere questa complessità: “un uomo di altri tempi”, ma in nessun modo un conservatore.
Uomo d’altri tempi lo era certamente, se pensiamo allo sfacelo della vita pubblica cui il ceto della politica ci ha abituato in questi anni. Lo era per il suo rigore morale, quasi giacobino, che lo ha contraddistinto nell’amministrazione pubblica, da assessore, come nel sindacato, dove ha condotto le sue battaglie senza compromessi e senza opportunismi, spesso dalle posizioni più scomode, pagandone un caro prezzo e come uomo, nemico acerrimo di ogni doppiezza e di ogni ipocrisia.
Già dirigente della CGIL, direttore dell’IRES e poi segretario della camera metropolitana del lavoro, non esitò a scontrarsi con Cofferati sulla questione della chimica; assessore al lavoro per Rifondazione Comunista nell’amministrazione provinciale veneziana iniziò un percorso di ristrutturazione degli Uffici del Lavoro, per adeguarne funzionalità e struttura alle esigenze di un mercato del lavoro flessibile ed articolato. Mediante l’Agenzia Pubblica voleva contrastare la privatizzazione crescente della formazione professionale e dello scambio di domanda ed offerta con le imprese. A muso duro e profeticamente difese strenuamente la sua proposta, che venne revocata dall’attuale amministrazione provinciale, condannando così la Provincia ad un ruolo del tutto secondario e subalterno su questo tema cruciale; fu dirigente del PRC, segretario della Federazione di Treviso e nella segreteria della federazione veneziana e con coerenza e determinazione ha affrontato la sua battaglia politica, aperta ed implacabile che lo portò con una parte di compagne e compagni ad aderire al progetto vendoliano e, poi, a Sinistra Ecologia Libertà. Lo ripeteva sempre: vedete, io sonno l’unico dirigente politico e sindacale che, dopo venti e passa anni, è tornato al suo posto di lavoro, che non ha predisposto nulla per la sua carriera e che oggi deve alzarsi alle quattro di mattina, tutti i giorni. Lo diceva con un misto di disillusione e di orgoglio, ma, comunque, come una nota di condanna verso tutti gli opportunismi ed i compromessi. Questa fatica, tuttavia, ultimamente gli pesava davvero tanto.
Sandro era, un uomo d’altri tempi, perché era anche un uomo d’idee, un intellettuale vero, impegnato in un continuo lavoro di studio e di ricerca ed in una prassi militante con cui egli poneva al centro, sempre e comunque, l’orizzonte del lavoro del cui declino conosceva ed aveva persino preconizzato la drammatica decadenza nell’epoca attuale di predominio della rendita finanziaria.
Ma era anche convinto che attraverso l’emancipazione e la liberazione del lavoro e dalla fatica si potesse giungere alla liberazione dell’intera società globale, al compimento pieno di una democrazia partecipata.
Le sue idee le esprimeva con forza, a volte con una forza tale da incombere, persino, su chi lo ascoltava, il quale però, contemporaneamente, restava incantato dalla sua affabulazione briosa ed ironica e per la chiarezza con cui riusciva a mettere a nudo la condizione umana, la solitudine, le ingiustizie, i “mutamenti antropologici” subiti dal lavoratore nella macina dello sfruttamento capitalistico.
Sandro era, dunque, soprattutto un uomo di idee, figlio della cultura del lavoro e della sua emancipazione, e queste idee non era disposto a barattarle con nulla e con chicchessia, perché, per lui, la coerenza politica coincideva con la coerenza personale, era un valore che assurgeva quasi ad apice di sacralità. Una sua personalissima religione.
Ma non era conservatore. Anzi. La sua disponibilità alla ricerca, alla discussione, la sua innata curiosità, la predisposizione al cambiamento, le sue aperture mentali e culturali, veramente amplissime, lo portavano sempre nei luoghi più avanzati del confronto ed anche dello scontro politico. Ed anche se era poco incline alle mediazioni, tuttavia riusciva sempre a farsi ascoltare trasformando, il più delle volte, questa sua attitudine all’innovazione ed al cambiamento in tensione pubblica, in sfida sociale, ma anche politica ed organizzativa. L’ultima, la vogliamo dire, per la passione che vi ha profuso, riguarda le proposte di legge regionale su reddito minimo di cittadinanza e sulla conversione ecologica. Soprattutto la prima era nata con il suo fondamentale apporto teorico ed anche organizzativo, rappresentando per lui il suggello, l’inveramento, di quanto pensava dell’attuale fase di conflitto tra capitale e lavoro, che dalla fabbrica si sposta inesorabilmente nell’intera società globale.
Sandro era un uomo di grande cultura, un divoratore quasi maniacale di libri nel senso più tradizionale del termine. E questa cultura traspariva dalle discussioni con lui, sia quelle formali, si quelle amicali, senza diventare mai inutile sfoggio di nozioni. Anche la sua proverbiale “vanità” e le sue sincere “ambizioni” gli venivano immancabilmente perdonate e comprese per la solidità delle sue convinzioni, per l’utilità indubitabile dei suoi saperi, per le capacità politiche evidenti che ne facevano un dirigente ed un punto di riferimento incontestabile.
Ma, soprattutto, ogni sua spigolatura ed il suo sarcasmo gli erano perdonati non solo perché temperati da una bonaria ed ironica simpatia, ma anche perché tutti sapevamo che il rigore, la severità, la coerenza che egli pretendeva dagli altri, l’imponeva prima di tutto e soprattutto a sé stesso, che l’intelligenza di cui era ricchissimo beneficiario era a disposizione di tutti, era un pozzo al quale tutti potevano attingere per farne valido strumento di lavoro.
Ci mancherà, sotto tutti i punti di vista, ci lascerà un vuoto incolmabile.
Ma se, con le parole del grande Tolstoj, la morte è un mistero “terribile, pauroso e repellente”, vorremmo invece aprirci all’altro mistero, quello della vita per poter dire che le emozioni che Sandro ci ha dato, le idee che ci ha trasmesso, la sua tensione politica, la speranza in un futuro migliore per tutti, la sua sincera aspirazione democratica, il volto dell’alternativa che gli era tanto piaciuto nel cammino che abbiamo fatto insieme, tutto questo, potrà continuare ad essere una buona ragione perché egli non viva solo nel nostro ricordo, ma soprattutto, e come sicuramente, se una morte improvvisa ed oscura non glielo avesse impedito, avrebbe lui stesso desiderato, nelle nostre azioni.
Sinistra Ecologia Libertà
Circolo “Rosa Luxemburg” Città del Piave