SEL Venezia: solidarietà a Cécile Kyenge. Mobilitazione il 16 luglio

La Federazione provinciale di Venezia e i Circoli cittadini di Sinistra Ecologia Libertà esprimono la loro totale solidarietà alla ministra Cécile Kyenge e gridano la loro indignazione per le parole pronunciate dal vicepresidente del Senato, on. Calderoli.

Sono parole che ci insultano in quanto cittadini e cittadine di questo stato democratico.
Parole che ci offendono nei nostri sentimenti più profondi in quanto donne e uomini.
Sono parole che risultano ancor più inquietanti perché, nel loro becero maschilismo, “violentano” la ministra Kyenge in quanto donna e in quanto nera.

Per questi motivi Sinistra Ecologia Libertà Venezia chiede le immediate dimissioni di Calderoli da vicepresidente del Senato e invita a partecipare e a sostenere la mobilitazione organizzata dalle donne della nostra città per martedì 16 luglio dalle ore 18.00 in piazza Ferretto a Mestre.

Sinistra Ecologia Libertà
Federazione Provinciale Venezia
Circoli di Venezia

SEL Mestre, per la città del domani

Sinistra Ecologia Libertà per la città del domani:
“L’area dell’ex ospedale deve restituire una città verde, solidale, viva
e ancorata ai bisogni emergenti”

Crediamo che Mestre possa divenire una smart-city a tutti gli effetti, e che molti cambiamenti in atto siano i presupposti per la realizzazione di questo nuovo scenario urbano. Il sorgere del multisala al Candiani, la nuova biblioteca a Villa Erizzo, la riapertura del Marzenego ed il ritorno alla dimensione anfibia di via Poerio, l’affacciarsi del  Museo del ‘900, solo per citarne alcuni.

In riferimento alla trattativa sull’area dell’ex ospedale tuttavia, riteniamo dovranno essere imposte ai privati delle scelte importanti, tutte politiche, volte a rendere queste trasformazioni integrate ed orientate ad una precisa idea di città. Una città sostenibile, dimensionata ai bisogni emergenti.

L’area in questione dovrà ospitare un parco urbano e dovrà, attraverso il trasferimento della scuola Vecellio al suo interno, favorire il completamento del parco di Piazzale Altinate. Restituendo così alla città quella compensazione in termini di verde che si era promessa con la realizzazione del Piruea di Cel-Ana. Tale realizzazione, ovviamente, dovrà essere il volano per lo spostamento del mercato bisettimanale in una nuova piazza Barche pronta ad ospitarlo.

Chiediamo, inoltre, che nella stessa area vengano realizzati un asilo nido (adiacente alla Vecellio per completare un polo scolastico) ed un’area per anziani. Per fronteggiare in modo adeguato le crescenti liste d’attesa delle famiglie che vogliono inserire i loro figli in queste strutture e per incrementare l’offerta di luoghi di socializzazione, di riparo e refrigerio rivolta agli anziani. Il vincolo  per chi acquisirà la gestione di questi spazi dovrà essere quello di  assumere giovani qualificati e che non trovano lavoro, per rispondere al problema crescente della disoccupazione giovanile.

Ci sembra opportuno poi, garantire un centro culturale rivolto alle forme d’espressione artistica giovanile, che ospiti aree espositive, atelier, sala prove, pareti da dedicare alle performance dei writers ed una piccola arena per le esibizioni. Tutto il complesso dovrà essere realizzato tenendo conto del risparmio energetico e delle sinergie con i circuiti culturali esistenti.

Infine, considerata anche la collocazione del nuovo ospedale dell’Angelo, riteniamo essenziale la realizzazione di un’area dedicata al primo soccorso e alla medicina di base. Uno spazio sanitario di prossimità, creato attraverso l’aggregazione di studi medici, che possa inserirsi in quel processo di avanzamento della medicina del territorio sancito anche dal nuovo piano sociosanitario.

Chiediamo alla Giunta di fare in fretta, di non piegarsi unicamente alle richieste di cementificazione. La trattativa con i privati deve essere orientata da queste esigenze, perchè abbiamo bisogno di restituire una città verde, solidale, viva e che risponda alle necessità emergenti dei suoi abitanti. Un città che guardi davvero al futuro, senza mediazioni.

Federico Camporese, coordinatore
Sinistra Ecologia Libertà

Circolo “Mestre e Terraferma” – Venezia

Sentenza su Bettin. Solidarietà di SEL

Una Storia Radioattiva: in attesa della sentenza su Gianfranco Bettin
Sinistra Ecologia Libertà esprime solidarietà all’Assessore

Apprendiamo con enoreme stupore della situazione giudiziaria che grava su Gianfranco Bettin. Riteniamo che un’eventuale sentenza negativa ed un risarcimento dell’ordine delle cifre rese pubbliche dalla stampa in questi giorni, potrebbero minare alle fondamenta l’agire politico concepito come azione di rappresentanza che non fa sconti a nessuno.

Anche solo l’ipotesi di un tale esito di questa vicenda rappresenta un limite alle garanzie – le quali badiamo bene non sono affatto dei privilegi – che un mandato elettivo da parte dei cittadini dovrebbe assicurare al fine di svolgere liberamente e serenamente i propri compiti.

Le vicende che hanno originato questo procedimento sono riconducibili ad una delle pagine più grigie della storia di questo Paese, e che hanno condotto all’assassinio di chi si è battutto per svelare queste trame oscure, come la giornalista Ilaria Alpi.

L’eventuale pronunciamento di questa sentenza rischia di colpire sul piano privato, personale, individuale chi ha posto delle domande senza curarsi del potere detenuto da coloro ai quali erano rivolte, si trattasse di persone piuttosto che di istituzioni.

Sinistra Ecologia Libertà chiede quindi la massima attenzione a chi è impegnato a pronunciarsi su questa vicenda e auspica che anche a livello legislativo si possa agire al più presto per garantire la piena libertà d’azione per chi svolge ruoli come quello di Gianfranco Bettin o per chi deve condurre inchieste delicate.

Giulio Marcon, deputato Sinistra Ecologia Libertà
Federico Camporese, coordinatore circolo SEL “Mestre e Terraferma” (Venezia)
Renata Mannise, coordinatrice circolo SEL “Pier Paolo Pasolini” (Venezia)

Mestre – 14.02 | Aperitivo con Pape Diaw

giovedì 14 febbraio | ore 19.00
sede della Federazione Provinciale di Sinistra Ecologia Libertà Venezia
via San Girolamo 6, Mestre
aperitivo con Pape Diaw, candidato SEL “capolista” al Senato in Veneto

evento su Facebook

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Pape Diaw nasce a Dakar nel 1960, frequenta gli studi nella sua città natale fino alla maturità. Nel 1980 parte per l’Europa per completare gli studi ma anche e soprattutto per conoscere l’Europa.
La forza e il coraggio politico di dire ‘no’ a tutte le ingiustizie, lo conosce in casa propria: suo padre sindacalista e i suoi parenti impegnati politicamente saranno i modelli di riferimento concreti. Ki Zerbo, Senghor, Cesaire, il movimento della negritude con i suoi poeti sono i modelli culturali di riferimento del giovane Pape. Frequenta la Libera Università Europea in Italia e si specializza a Parigi.
Arrivato in Italia intesse relazioni con la sua comunità residente in Toscana.
È cittadino italiano, ha lavorato a Firenze nella tipografia la Giuntina ma il suo interesse politico emerge sempre più definito: comprende quanto sia difficile il processo d’integrazione e vuole dare un contributo forte per far sì che questo processo si attui. Inizia così la sua partecipazione pubblica: dal 1993 ad oggi ricopre incarichi istituzionali come consulente per l’immigrazione, è consulente nei programmi RAI, è relatore e coordinatore di numerosi progetti nonché docente universitario.
Le sue esperienze di lavoro continuative come quella con Arci Regionale Toscana, le battaglie in difesa dei diritti acquisiti degli ambulanti senegalesi a Firenze, la Fondazione del Centro di Documentazione Studi africani, la Presidenza dell’Associazione dei Senegalesi in Toscana, la partecipazione attiva e pubblica dopo il tragico evento di piazza Dalmazia il 13 dicembre 2011, hanno fatto conoscere la sua voce a un pubblico più ampio e televisivo.
La candidatura come capolista al Senato per SEL, è un giusto riconoscimento e un onore per lui e per tutti coloro che necessitano ancora di una voce ferma, umana, consapevole, perché i diritti di tutti siano rispettati, perché la storia dell’Africa sia sempre visibile e riconoscibile come parte nascente della storia dell’umanità.

Assemblea circoli SEL di Venezia | 29 gennaio alle 18.30

evento Facebook

Il 24 e il 25 si vota per le elezioni politiche.
Il 5 febbraio Nichi Vendola sarà qui da noi a Mestre.
È la prima volta che Sinistra Ecologia Libertà si presenta alle elezioni politiche  e questa campagna elettorale non si presenta certo facile, soprattutto qui nel Veneto e, nello specifico, da noi a Venezia, dove il nostro partito è poco radicato e ha vissuto alcune vicende interne travagliate, ma possiamo e vogliamo farcerla.
Vogliamo portare il Centro Sinistra alla guida del nostro Paese e vogliamo che la forza, anche elettorale, del nostro partito sia significativa all’interno dello Schieramento del Centro Sinistra, perché questa è l’unica condizione che può permettere al nostro Paese di voltare, finalmente, pagina.

Solo una forte affermazione di Sinistra Ecologia Libertà ci potrà permettere di dire “Addio a Monti e alle politiche neoliberiste dell’ultimo ventennio”, di dire “No a  spese militari e ai cacciabombardieri F35” (le recenti dichiarazioni  di Bersani la dicono lunga sula nostra capacità di incidere sulle scelte e sulle posizioni dello stesso PD).
Ancora: di  dire “Sì a una politica incentrata sul lavoro e sulla riconversione ecologica dell’economia”, “Sì  al reddito di cittadinanza e alle unioni civili” (solo per citare alcune delle nostre proposte di legge di iniziativa popolare).
Infine, di dire “Si all’investimento nella scuola e nella ricerca e a  politiche economiche e finanziarie  capaci di redistribuire il reddito nel nostro Paese”.

2800 persone, nel nostro Comune, hanno risposto all’appello di Nichi Vendola  alle Primarie del Centro Sinistra.
Dietro a quel voto c’era (c’è) una forte domanda di cambiamento. Qui a Venezia SEL  conta poche decine di iscritti, il partito è poco radicato e, inutile negarlo, siamo  mal organizzati.
Ma  se è vero che, da soli, non siamo in grado di rispondere alla domanda di cambiamento che il voto a Vendola esprimeva, d’altro canto la fiducia riposta nel Presidente del nostro partito, da parte di tanti veneziani, ci invita a  costruire, nella nostra città, una campagna elettorale  che coinvolga  più persone possibili,  dentro e fuori il nostro partito, e che sia da queste condivisa sin dai momenti della sua  definizione e organizzazione.

Allora, per parlare della campagna elettorale e di come organizzarci a Venezia, a livello di circoli e di comitati aperti che coinvolgano anche forze esterne al  partito, abbiamo deciso di riniurci in una Assemblea cittadina, martedì 29 gennaio alle ore 18.30 presso la sede della Federazione Provinciale a Mestre in via San Girolamo 6.

L’assemblea è pubblica e ad essa parteciperanno iscritti e non iscritti al nostro partito.
Tra i non iscritti, hanno garantito tra gli altri la loro presenza Barbara del Mercato, Beppe Santillo e Gianfranco Bettin.
All’assemblea, parteciperà anche il compagno Stefano Lorenzin, che è stato recentemente  eletto coordinatore provinciale del nostro partito.

Vi aspettiamo numerosi/e, per dire insieme, Benvenuta Sinistra!

Renata Mannise, coordinatrice
Circolo SEL “Pier Paolo Pasolini” – Venezia

Federico Camporese, coordinatore
Circolo SEL “Mestre e Terraferma” – Venezia

PAT di Venezia, Primarie, nuovo governo partecipato del Paese

Dall’approvazione del PAT di Venezia, alle Primarie,
ad un nuovo governo partecipato del Paese

Il circolo di Sinistra Ecologia Libertà “Pier Paolo Pasolini” di Venezia e il circolo “Mestre e Terraferma” di Mestre apprendono, con viva soddisfazione, l’approvazione del Piano di Assetto Territoriale da parte del Consiglio comunale di Venezia.
Si tratta, infatti, di uno strumento urbanistico che consente di regolare, in termini strategici, lo sviluppo della nostra città, di creare nuove occasioni di lavoro all’interno di un quadro di  reale sostenibilità ambientale.
L’approvazione del PAT vincola l’Amministrazione (e tutti i soggetti coinvolti) a ridimensionare definitivamente il progetto di Tessera City, destina, infatti, il  cosiddetto Quadrante soltanto allo stadio e cittadella dello sport e, soprattutto, impedisce che si possa edificare al di là della bretella autostradale (che diviene, in questo modo, il vero confine dell’urbanizzazione) su un suolo agricolo, che, in quanto tale, si configura come un’enorme risorsa economica e ambientale e deve, perciò, essere sottratto a qualsiasi  sciagurata logica speculativa.
L’approvazione del PAT impone, altresì, la conferma della riconversione a carattere industriale delle aree di Porto Marghera. Ciò vuol dire che attività obsolete, inquinanti e pericolose, in via di dismissione, verranno sostituite da produzioni pulite, innovative dal punto di vista scientifico e tecnologico, nel segno di una “green economy”, che deve essere ad alto tasso occupazionale.
Grazie all’approvazione del PAT, possiamo inoltre affermare di aver fatto un grande passo in avanti rispetto ad obiettivi che il nostro partito ha sempre considerato prioritari quali lo stop al progetto della sublagunare e la realizzazione del collegamento ciclopedonale tra Mestre e Venezia.

Il voto al PAT forse ci dice, allora, che, pur in una difficilissima situazione economica e di bilancio comunale, è proprio nella partecipazione al “buon governo” di una  grande e unica  città come Venezia, che può trovare un rinnovato slancio la coalizione di Centrosinistra che si candida al governo dell’intero Paese e che, proprio in questi giorni di vacanza (tra incertezze, attese e speranze) si sottoporrà alla sfida delle Primarie dei Candidati, chiamando a raccolta il proprio popolo.
Perché questo “popolo” possa esprimersi sui propri candidati e decidere quali uomini e quali donne, quali culture e quali progetti, quali idee e quali speranze portare nel Parlamento. Per questo invitiamo gli elettori del Centro Sinistra a recarsi a votare, domenica 30 dicembre dalle ore 8.00 alle 20.00, per le Primarie dei candidati di SEL nei seggi predisposti in città, nella speranza che  l’anno che sta per arrivare sia sul serio migliore, ma anche nella consapevolezza che le sorti della nostra città e del nostro Paese dipendono in buona parte da noi, perché, come diceva una vecchia canzone di Giorgio Gaber, “Libertà è Partecipazione”

Renata Mannise, coordinatrice
Circolo SEL “Pier Paolo Pasolini” – Venezia

Federico Camporese, coordinatore
Circolo SEL “Mestre e Teraferma” – Venezia

Arsenale. Consiglio Comunale il 5 novembre a Ca’ Farsetti

La Federazione Provinciale di Sinistra Ecologia Libertà e i circoli cittadini di Venezia invitano tutte/i le/i cittadine/i a partecipare alla seduta straordinaria del Consiglio Comunale, dedicata alla cruciale questione dell’Arsenale, che si terrà lunedì 5 novembre alle ore 15 a Ca’ Farsetti.

Alla seduta del Consiglio Comunale interverranno i comitati e le associazioni impegnati nella battaglia per la restituzione dell’Arsenale alla città di Venezia e ai suoi legittimi proprietari: i Veneziani.

Al Consiglio parteciperanno parlamentari veneziani e veneti, ai quali sarà necessario chiedere di adoperarsi, in tutti in modi, affinché il decreto Passera venga emendato prima di essere definitivamente convertito in legge e l’Arsenale, di conseguenza, sia restituito alla sua città.

Per questo, diviene fondamentale la partecipazione e la mobilitazione di tutte e di tutti.
Troviamoci, allora, lunedì 5 a Ca’ Farsetti.

Sinistra Ecologia Libertà
Federazione Provinciale Venezia
Circolo “Mestre e Terraferma” Venezia
Circolo “Pier Paolo Pasolini” Venezia
Circolo “Wu-Ming” Venezia

SEL: Grandi Navi a Venezia, è il momento di invertire la rotta

Sinistra Ecologia Libertà
Grandi Navi a Venezia, è il momento di invertire la rotta.

Appare davvero curiosa la presa di posizione di alcuni esponenti della VTP e del comitato Cruise Venice secondo i quali la stampa e i media avrebbero mistificato la ricostruzione sulla manifestazione avvenuta domenica in punta della Dogana contro il passaggio delle grandi navi in città.
Per dovere di cronaca ricordiamo che a quella mobilitazione hanno partecipato spontaneamente centinaia di persone, sia sulle rive che a bordo di decine di imbarcazioni. Cittadini che hanno pacificamente protestato contro l’effetto ambientale devastante e l’altissimo rischio legato al passaggio di questi giganti del mare nel canale della Giudecca e nel bacino di San Marco.

Purtroppo questi signori sembrano semplicemente volere occultare la realtà dei fatti, interessati come sono alla tutela di gretti interessi aziendali ed incuranti del bene comune. Per questa ragione trascurano scientemente la libera risposta dei cittadini e fingono di ignorare che più di 13.000 firme sono state raccolte contro questo sopruso.

Sinistra Ecologia Libertà chiede alle istituzioni di “invertire la rotta”, di affermare senza più esitazione e ritardi le ragioni della maggioranza cittadina: Venezia chiede di intraprendere sin da subito azioni sostenibili, che sappiano davvero coniugare la difesa dei posti di lavoro, la valorizzazione dello straordinario patrimonio culturale e civile della città con la preservazione del fragile equilibrio ambientale lagunare.
Per governare questo processo occorrono scelte immediate da parte del Governo: i ministri Clini e Passera devono assumere provvedimenti che siano all’altezza della sfida. Servono capitani veri e non capitani che “s’inchinano” a poteri o interessi privati.

Sinistra Ecologia Libertà
Federazione Provinciale – Venezia

Circolo “Mestre e Terraferma” – Venezia
Circolo “Pier Paolo Pasolini” – Venezia
Circolo “Wu Ming” – Venezia

Mario mani di forbice

Nel celebre film di Tim Burton Edward mani di forbice era un personaggio sensibile, che regalava poesia attraverso le sue sforbiciate. Un “buono” incapace di fare del male, che mai si sarebbe sognato di rendere la vita difficile a chi stava tra gli ultimi, a chi arrancava nelle sue mille difficoltà.

Il governo Monti invece vanta percorsi e radici diverse, è espressione dell’élite universitaria e ha fornito fino a poco prima del suo insediamento consulenze e studi specifici a quegli speculatori finanziari che ci hanno immerso nella crisi attuale.

Sinistra Ecologia Libertà non è contraria ad una revisione della spesa che miri ad eliminare sprechi e clientele, ma le sforbiciate del governo Monti hanno tutt’altro senso. Fin dalle prime battute dello scorso dicembre, è risultata palese l’intenzione di scaricare gli effetti di questo disastro finanziario sui ceti medio-bassi. Intenzioni che divengono oggi ancor più evidenti se si pensa a quanto potrà accadere anche solo in ambito sanitario con l’adozione della spending review. Crediamo che una riduzione dei fondi di 7,9 miliardi di euro entro il 2014 (1 miliardo entro il 2012) comporterà un drastico peggioramento della qualità del sistema sanitario nazionale. Teniamo conto che il precedente Governo nel 2011 aveva già previsto una considerevole riduzione di spesa in questo settore.

Siamo convinti che prima di attuare tali soluzioni, sarebbe stato senz’altro opportuno valutare altri tipi di proposte molto meno impattanti, come ad esempio:
– una pesante tassazione ai grandi patrimoni (in Italia i 5/10 della scala sociale, cioè la metà della popolazione, detiene il 10% della ricchezza nazionale, mentre il decimo che si trova all’apice della scala in questione, da solo, detiene il 50% della ricchezza nazionale).
– il blocco del rifinanziamento delle missioni militari all’estero
– l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie
– un’ulteriore tassazione dei capitali scudati
-una riduzione delle spese per gli armamenti (il Governo ha previsto l’acquisto di 90 caccia F35 per una cifra pari a 12 miliardi di euro).

Pur consapevoli che la sanità è materia di competenza regionale, siamo qui oggi per chiedere al Sindaco di difendere e di amplificare le nostre posizioni insieme agli altri enti locali che si stanno confrontando con il Governo su questa sciagurata manovra.
Chiediamo anche che tuteli la qualità delle nostre prestazioni sanitarie attraverso la sua presenza nella conferenza dei Sindaci, abbiamo bisogno di un rilancio della medicina del territorio, dell’avvio delle Utap e non di cesoie e di drastici tagli. Perfino il buon Edward avrebbe saputo rendersene conto..

Sinistra Ecologia Libertà
Circolo “Mestre e Terraferma” – Venezia

Solidarietà al Morion

SINISTRA ECOLOGIA LIBERTÀ CONTRO OGNI FORMA DI INTIMIDAZIONE A FIANCO DI CHI SI BATTE PER I BENI COMUNI E PER I DIRITTI DEI PIÙ DEBOLI

Sinistra Ecologia Libertà esprime grande preoccupazione di fronte all’ignobile atto compiuto ai danni del Centro Sociale Morion.

Il Morion è uno spazio sociale che da sempre è impegnato nelle battaglie per i diritti degli ultimi, per i beni comuni, per la tutela e la salvaguardia della città. È per questo un patrimonio della nostra comunità cittadina.

Non è un caso, infatti, che proprio il vicinato di questo spazio sia intervenuto per stroncare sul nascere questa azione intimidatoria che poteva avere ben altre conseguenze, a dimostrazione di quanto il tessuto sociale cittadino senta questa presenza come vicina, amica e radicata.

Ai ragazzi del Centro Sociale Morion va tutta la nostra solidarietà. Siamo certi che continueranno – più motivati di prima – a svolgere le proprie attività sociali e ricreative e ad essere impegnati in tante iniziative a fianco di chi non ha voce.

Sinistra Ecologia Libertà
Circolo “Mestre e Terraferma” – Venezia
Circolo “Pier Paolo Pasolini” – Venezia

Circolo “Wu Ming” – Venezia

SEL Mestre sull’ambulatorio di via Costa

COMUNICATO STAMPA

Il circolo SEL di Mestre ritiene l’apertura dell’ ambulatorio di via Costa, dedicato principalmente ai migranti e alle persone in difficoltà economica, un gesto di solidarietà importante e più che condivisibile.

Viviamo una situazione di crisi, in cui anche l’accesso ai diritti fondamentali viene seriamente compromesso. Oggi più che in passato una proposta di questo tipo e’ un segnale importante per una città che da sempre si definisce solidale ed accogliente.

Davvero non riusciamo a comprendere le ciniche speculazioni di quel che resta di una forza come la Lega Nord, che alimenta tensioni pensando di racimolare qualche misero consenso e che invece dovrebbe destinare tutte le sue energie per risollevarsi dalle macerie e dagli scandali sotto i quali sembra essere sepolta.

Ricordiamo loro, e a tutti quelli che nutrono perplessità rispetto a questa scelta, che un presidio sanitario non può che essere un ulteriore elemento di sicurezza contro il diffondersi di malattie in città, e non il contrario.

Inoltre, appare evidente che l’accesso improprio alle cure di pronto soccorso sia un problema aperto, che sembra affliggere anche l’Ospedale dell’Angelo. Forse l’apertura di questo ambulatorio aiuterebbe a filtrare una parte di queste prestazioni e, di conseguenza, ne trarrebbe beneficio l’intera cittadinanza.

Confidiamo, quindi, nella determinazione di tutti coloro che con grande umanità e spirito costruttivo stanno portando avanti questo progetto.

Sinistra Ecologia Libertà
Circolo “Mestre e Terraferma” – Venezia

SEL Mestre sulla riapertura del Marzenego in via Poerio

CIRCOLO SEL MESTRE
PER UN RITORNO DELLA CITTA’ ALLA DIMENSIONE ANFIBIA

Il circolo Sel Mestre giudica positiva la possibilità di riapertura del Marzenego in via Poerio.

Una scelta di questo tipo per noi si inserisce in un disegno più generale, che punta a restituire una dimensione anfibia all’intera città. Si tratta di un altro passo verso la Mestre del domani – che non potrà rimanere chiusa nel cassetto ancora per troppo tempo.

Chiediamo quindi che si sfrutti al meglio questa situazione, nelle forme e nei modi che garantiscano, al contempo, un progetto di qualità ed una spesa il più possibile ancorata al risparmio – come i tanti intervenuti nel dibattito di questi giorni hanno suggerito.

Crediamo, anche alla luce di quanto emerso nella puntata della trasmissione Report di qualche giorno fa, che possano essere recepiti i fondi necessari all’intervento attraverso l’incremento della quota regionale destinata al “disinquinamento della Laguna rispetto al bacino scolante”.

Appare evidente, infatti, la sproporzione di risorse destinate dal Comitatone al Consorzio Venezia Nuova per la realizzazione del Mose (circa 650 ml. di euro annuali) contro la cifra trasferita al Comune di Venezia per le opere complementari (circa 50 ml. di euro l’anno) che garantiscono l’ordinaria manutenzione della laguna e delle articolazioni fluviali che dalla terraferma sfociano in laguna.

A tutti i soggetti – soprattutto commercianti della zona – che si sono schierati contro uno scenario di questo tipo ricordiamo come inizialmente fosse osteggiata anche la realizzazione della pedonalizzazione di Piazza Ferretto e come, in seguito e a lavori conclusi, anche i più feroci oppositori furono costretti a fare retromarcia rispetto a quelle rigide posizioni iniziali.

Infine, riteniamo che si possa con quest’occasione inaugurare una nuova fase di partecipazione pubblica, prevedendo un coinvolgimento diretto dei cittadini, dei comitati e delle associazioni, nelle singole scelte che riguardano la riqualificazione della centro urbano.

Sarà indispensabile il massimo impegno dell’amministrazione per il progetto di una nuova Piazza Barche, per il recupero dell’area dell’ex Umberto I, per il completamento del parco di S. Giuliano con la liberazione delle ditte presenti in punta, per la valorizzazione dell’area del Candiani, per il pieno recupero di Forte Marghera come polo culturale.

Occorre quindi lo sforzo di tutti, per trasformare il sogno di una città valorizzata pienamente nella sua vocazione anfibia, in realtà.

Sinistra Ecologia Libertà
Circolo “Mestre e Terraferma” – Venezia

Ciao Sandro

I funerali con rito civile del compagno Alessandro Sabiucciu si svolgeranno giovedì 31 maggio alle 15.30 a Ca’ Farsetti, Municipio di Venezia (S. Marco 4136, Venezia).

È con profondo dolore che apprendiamo della scomparsa del compagno e caro amico Alessandro Sabiucciu.

In questo momento ci stringiamo alla famiglia a cui va il nostro affetto sincero.

Sandro non era solo un appassionato uomo politico ma di straordinaria cultura e intelletto.

L’ironia, tipica della sua intelligenza fuori dal comune, ha sempre contraddistinto la sua azione politica e lo accompagnava anche nella quotidianità.

Per la Federazione di Venezia di SEL, i compagni e gli amici che con lui hanno portato avanti ideali e progetti politici, il vuoto che lascia Sandro è incolmabile sia a livello politico che personale.

Valentina Dascanio
coordinatrice provinciale di Venezia
Sinistra Ecologia Libertà

CIAO SANDRO

Siamo gli iscritti del circolo di Sinistra ecologia libertà di Mestre e abbiamo avuto il piacere di conoscere Sandro Sabiucciu nell’ultimo anno.
In questo poco tempo abbiamo potuto apprezzare la sua onestà e la sua dedizione. La sua capacità di essere interprete di chi più da vicino è investito da problemi come l’accesso negato ai diritti fondamentali, la disoccupazione, la precarietà.
In particolare ci ricorderemo di lui per la sua voglia di cambiare in meglio il nostro movimento politico, cercando di supportare le iniziative più innovative sul piano sociale e ambientale, consapevole che questa apertura fosse un passaggio centrale per una forza progressista.

Nei prossimi giorni avremmo dovuto lavorare insieme per la raccolta firme a supporto delle proposte di legge regionale sul reddito di cittadinanza e sulla riconversione ecologica dell’economia. Lo faremo con il massimo impegno, pensando che questo percorso possa essere il modo migliore per ricordarlo.
Ci stringiamo attorno alla famiglia a cui vanno le nostre più sentite condoglianze.

Sinistra Ecologia Libertà
Circolo “Mestre e Terraferma” – Venezia

Addio all’amico Sandro Sabiucciu

La scomparsa del compagno e amico Sandro Sabiucciu lascia un vuoto difficilmente colmabile. Brillante nelle analisi politiche, attento osservatore delle questioni del mondo del lavoro, non si è mai risparmiato per gli ideali politici in cui credeva fortemente, macinando chilometri e chilometri anche solo per poter ascoltare le idee altrui.
Ma la stima a Sandro non era solo quella politica, che già molta parte di chi era può dire, era soprattutto quella per l’uomo, per il calore che riversava nell’amicizia, per il tempo che dedicava alla crescita umana di chi gli stava attorno con la pungolatura del saggio ma anche con la pazienza di chi ha la consapevolezza di dover essere anche guida nei processi formativi.

Corre il ricordo ad una cena a casa sua, a Riese Pio Decimo, assieme ad un altro caro amico, in cui tra una ottima pasta, da bravo cuoco qual era, ed una meravigliosa frittata si discuteva di partito ma anche e soprattutto di cultura, arricchite da lui con fini citazioni di Leopardi.

Viene a mancare un punto di riferimento fondamentale per tutti noi ed in un modo talmente inaspettato da lasciare letteralmente senza parole, sostituite tutte da un dolore profondo. Addio Sandro.

Stefano Lorenzin
Sinistra Ecologia Libertà
Circolo di Mira

Grazie, Sandro

Il Circolo “P.P.Pasolini”  di Sinistra Ecologia Libertà esprime cordoglio e sconcerto per l’improvvisa e prematura scomparsa del compagno Alessandro Sabiucciu.
Era coordinatore del circolo di Mestre, circolo con il quale abbiamo condiviso tante battaglie, era membro del coordinamento provinciale dell’Assemblea regionale e del Comitato scientifico nazionale del nostro partito.

Sapeva parlare al popolo, Sandro, sapeva parlare ai giovani e ai meno giovani, ma  sapeva discutere anche con l’intellighienza,  sempre presente e informato com’era. E, in ogni situazione, sapeva essere  se stesso, Sandro. Con la sua passione politica, la sua sagace ironia, la sua  vivace intelligenza, con quella sua carica anticonvenzionale.
Aveva una perizia e una esperienza rare, Sandro.

Un passato di lotte nel Sindacato, la presidenza della Camera del Lavoro di Venezia, l’assessorato al Lavoro della provincia di Venezia. Il lavoro, d’altronde, e’  sempre stato al centro  di qualsiasi suo discorso, di ogni sua analisi, di  suo ogni ragionamento.
Fino all’ultima battaglia, appena iniziata: la proposta di legge regionale per il reddito di cittadinanza, di cui in questi giorni stava raccogliendo le firme. Da questo momento, compagno Sandro, questa sarà la nostra battaglia, una battaglia che vinceremo anche per te.
Grazie, Sandro.

Renata Mannise, coordinatrice
Sinistra Ecologia Libertà
Circolo tematico-culturale “Pier Paolo Pasolini” – Venezia

A Sandro

Descrivere, per commemorare, una personalità come quella di Sandro non è facile.

Complessa, poliedrica, ricca di sfumature che evidenziavano tratti spigolosi insieme alle più carezzevoli manifestazioni di generosità, simpatia e tenerezza.

Un’accezione, forse più di ogni altra, potrebbe contenere questa complessità: “un uomo di altri tempi”, ma in nessun modo un conservatore.

Uomo d’altri tempi lo era certamente, se pensiamo allo sfacelo della vita pubblica cui il ceto della politica ci ha abituato in questi anni. Lo era per il suo rigore morale, quasi giacobino,  che lo ha contraddistinto nell’amministrazione pubblica, da assessore, come nel sindacato, dove ha condotto le sue battaglie senza compromessi e senza opportunismi, spesso dalle posizioni più scomode, pagandone un caro prezzo e come uomo, nemico acerrimo di ogni doppiezza e di ogni ipocrisia.

Già dirigente della CGIL, direttore dell’IRES e poi segretario della camera metropolitana del lavoro, non esitò a scontrarsi con Cofferati sulla questione della chimica; assessore al lavoro per Rifondazione Comunista nell’amministrazione provinciale veneziana iniziò un percorso di ristrutturazione degli Uffici del Lavoro, per adeguarne funzionalità e struttura alle esigenze di un mercato del lavoro flessibile ed articolato. Mediante l’Agenzia Pubblica voleva contrastare la privatizzazione crescente della formazione professionale e dello scambio di domanda ed offerta con le imprese. A muso duro e profeticamente difese strenuamente la sua proposta, che venne revocata dall’attuale amministrazione provinciale, condannando così la Provincia ad un ruolo del tutto secondario e subalterno su questo tema cruciale; fu dirigente del PRC, segretario della Federazione di Treviso e nella segreteria della federazione veneziana e con coerenza e determinazione ha affrontato la sua battaglia politica, aperta ed implacabile che lo portò con una parte di compagne e compagni ad aderire al progetto vendoliano e, poi, a Sinistra Ecologia Libertà. Lo ripeteva sempre: vedete, io sonno l’unico dirigente politico e sindacale che, dopo venti e passa anni,  è tornato al suo posto di lavoro, che non ha predisposto nulla per la sua carriera e che oggi deve alzarsi alle quattro di mattina, tutti i giorni. Lo diceva con un misto di disillusione e di orgoglio, ma, comunque, come una nota di condanna verso tutti gli opportunismi ed i compromessi. Questa fatica, tuttavia, ultimamente gli pesava davvero tanto.

Sandro era, un uomo d’altri tempi, perché era anche un uomo d’idee, un intellettuale vero, impegnato in un continuo lavoro di studio e di ricerca ed in una prassi militante con cui egli poneva al centro, sempre e comunque, l’orizzonte del lavoro del cui declino conosceva ed aveva persino preconizzato la drammatica decadenza nell’epoca attuale di predominio della rendita finanziaria.

Ma era anche convinto che attraverso l’emancipazione e la liberazione del lavoro e dalla fatica si potesse giungere alla liberazione dell’intera società globale, al compimento pieno di una democrazia partecipata.

Le sue idee le esprimeva con forza, a volte con una forza tale da incombere, persino, su chi lo ascoltava, il quale però, contemporaneamente, restava incantato dalla sua affabulazione briosa ed ironica e per la chiarezza con cui riusciva a mettere a nudo la condizione umana, la solitudine, le ingiustizie, i “mutamenti antropologici” subiti dal lavoratore nella macina dello sfruttamento capitalistico.

Sandro era, dunque, soprattutto un uomo di idee, figlio della cultura del lavoro e della sua emancipazione, e queste idee non era disposto a barattarle con nulla e con chicchessia, perché, per lui, la coerenza politica coincideva con la coerenza personale,  era un valore che assurgeva quasi ad apice di sacralità. Una sua personalissima religione.

Ma non era conservatore. Anzi. La sua disponibilità alla ricerca, alla discussione, la sua innata curiosità, la predisposizione al cambiamento, le sue aperture mentali e culturali, veramente amplissime, lo portavano sempre nei luoghi più avanzati del confronto ed anche dello scontro politico. Ed anche se era poco incline alle mediazioni, tuttavia riusciva sempre a farsi ascoltare trasformando, il più delle volte,  questa sua attitudine all’innovazione ed al cambiamento in tensione pubblica, in sfida sociale, ma anche politica ed organizzativa. L’ultima, la vogliamo dire, per la passione che vi ha profuso, riguarda le proposte di legge regionale su reddito minimo di cittadinanza e sulla conversione ecologica. Soprattutto la prima era nata con il suo fondamentale apporto teorico ed anche organizzativo, rappresentando per lui il suggello, l’inveramento, di quanto pensava dell’attuale fase di conflitto tra capitale e lavoro, che dalla fabbrica si sposta inesorabilmente nell’intera società globale.

Sandro era un uomo di grande cultura, un divoratore quasi maniacale di libri nel senso più tradizionale del termine. E questa cultura traspariva dalle discussioni con lui, sia quelle formali, si quelle amicali, senza diventare mai inutile sfoggio di nozioni. Anche la sua proverbiale “vanità” e le sue sincere “ambizioni” gli venivano immancabilmente perdonate e comprese per la solidità delle sue convinzioni, per l’utilità indubitabile dei suoi saperi, per le capacità politiche evidenti che ne facevano un dirigente ed un punto di riferimento incontestabile.

Ma, soprattutto, ogni sua spigolatura ed il suo sarcasmo gli erano perdonati non solo perché temperati da una bonaria ed ironica simpatia,  ma anche perché tutti sapevamo che il rigore, la severità, la coerenza che egli pretendeva dagli altri, l’imponeva prima di tutto e soprattutto a sé stesso, che l’intelligenza di cui era ricchissimo beneficiario era a disposizione di tutti, era un pozzo al quale tutti potevano attingere per farne valido strumento di lavoro.

Ci mancherà, sotto tutti i punti di vista, ci lascerà un vuoto incolmabile.

Ma se, con le parole del grande Tolstoj, la morte è un mistero “terribile, pauroso e repellente”, vorremmo invece aprirci all’altro mistero, quello della vita per poter dire che le emozioni che Sandro ci ha dato, le idee che ci ha trasmesso, la sua tensione politica, la speranza in un futuro migliore per tutti, la sua sincera aspirazione democratica, il volto dell’alternativa che gli era tanto piaciuto nel cammino che abbiamo fatto insieme, tutto questo, potrà continuare ad essere una buona ragione perché egli non viva solo nel nostro ricordo, ma soprattutto, e come sicuramente, se una morte improvvisa ed oscura non glielo avesse impedito, avrebbe lui stesso desiderato, nelle nostre azioni.

Sinistra Ecologia Libertà
Circolo “Rosa Luxemburg” Città del Piave

Forte Marghera, bene comune da restituire a Mestre

Le scelte, che l’Amministrazione Comunale dovrà compiere nei prossimi mesi sul futuro di Forte Marghera. non potranno non tenere in considerazione alcuni aspetti fondamentali.
In primo luogo, il Forte è un patrimonio di inestimabile valore ambientale, storico ed architettonico che appartiene alla nostra città.

Questo non è accaduto per caso, è frutto di precise scelte politiche compiute dalle Giunte comunali che hanno governato in passato – e che hanno intrapreso ogni sforzo possibile per appropriarsi di questo importante e prestigioso bene comune cittadino come di tutti gli altri forti del campo trincerato di Mestre, investimento di grande lungimiranza. In secondo luogo appare evidente la collocazione strategica del Forte, per il suo affaccio alla laguna e per il suo inserimento nell’ambito del parco di S. Giuliano.
Ciò lo rende ancora più prezioso, per non parlare della possibilità di sviluppo di progetti integrati con queste aree.

Considerata poi la disponibilità degli spazi presenti, le specifiche caratteristiche di questo luogo e le sperimentazioni già attuate, ci sentiamo di affermare che la sua vocazione primaria – insieme a quella di bene storico e ambientale da difendere strenuamente e aperto a tutti – non potrà che essere quella della produzione culturale.
Una produzione culturale ancorata ai circuiti più significativi del panorama locale, nazionale ma anche e soprattutto internazionale.
Così come una produzione culturale che si muove dal basso, che prende spunto dalla variegata ed articolata presenza di associazioni e soggetti che da tempo lavorano, inventano ed espongono all’interno del Forte e – più in generale – nella Terraferma mestrina.
Ciò non toglie che possano essere ospitate anche altre attività compatibili con questa vocazione, purché si inseriscano in un disegno complessivo pensato con cura, che possa ancorarsi ad una visione di lungo termine.

Attorno a questi spunti vi è un’altra partita, tutt’altro che marginale. Quella delle bonifiche e dei rifacimenti strutturali.
Il progetto che prenderà forma dovrà fare i conti con questi problemi aperti e di non trascurabile importanza (se si pensa che solo il costo per le bonifiche si aggira attorno alla cifra che va dai trenta ai cinquanta milioni di euro).

Tenendo conto di tutto ciò, pensiamo che sia del tutto condivisibile la scelta compiuta dall’Amministrazione di accantonare la linea del project financing ( in base alla quale si era di fatto sposato il progetto a Impregilo): sarebbe stato infatti un errore cedere un bene comune di tale portata a chi opera sulla base di sole logiche speculative e commerciali.

Di tutt’altro tenore ci appare invece l’ipotesi progettuale presentata dal gruppo Mib AG, che si è già reso protagonista in Europa (in Germania in particolare) del riuscito recupero di aree demaniali ed industriali dismesse, restituendole alle città interessata sotto forma di progetti di produzione e fruizione culturale di grande valore, capaci di autosostenersi dal punto di vista economico ed esemplari per lo sviluppo di una corretta ed equilibrata relazione tra investimenti privati e interesse pubblico.

Di grande interesse sono infine per noi le implicazioni del percorso partecipato che hanno compiuto in questi mesi cittadini e associazioni, per indicare alcune utili linee guida sullo sviluppo dell’area del Forte.
Crediamo fermamente che la Città possa e debba ascoltare questo punto di vista.

Alla luce di tutto ciò e avvalendosi di ogni possibile costruttivo contributo, confidiamo che, in tempi brevissimi, l’Amministrazione Comunale possa definire un piano unitario per l’utilizzo di Forte Marghera, prevedendo quelle forme di collaborazione con investitori privati in grado di assicurare lo sviluppo di un progetto di respiro europeo nel campo della produzione culturale, tale da assicurare l’effettiva e compiuta restituzione di questo bene comune alla Città.

Sinistra Ecologia Libertà
Circolo “Mestre e Terraferma” – Venezia

Venezia. La posizione di SEL su P.A.T. e “maxi emendamento”

COMUNICATO STAMPA
SINISTRA ECOLOGIA LIBERTÀ – FEDERAZIONE DI VENEZIA

Sinistra Ecologia Libertà ha sempre partecipato al dibattito sul Piano di Assetto del Territorio fin dalla sua pubblicazione nel 2010. L’ha fatto nelle forme democratiche possibili pur non figurando tra le liste politiche presenti nel Consiglio Comunale di Venezia. L’ha fatto in sinergia e collaborazione con la lista “In Comune” e i suoi rappresentanti istituzionali, perché di quella lista è stata forza costituente nell’ultima campagna elettorale che ha fatto vincere a Venezia il centro sinistra.

Sulla questione del PAT, nella sua stesura iniziale, ha sempre espresso chiaramente le sue perplessità, ha evidenziato la presenza di una forzatura da parte di alcuni poteri forti che lo indirizzavano verso scelte di pura speculazione poco rispettose di una equilibrata “strategia di assetto e sviluppo” del territorio.
Il maxi emendamento ultimamente presentato dalla Giunta Orsoni va proprio nella direzione che SEL aveva caldeggiato negli interventi sul dibattito intorno al PAT. Non è ancora esattamente quello che ci auguravamo, ma è certo un passo avanti importante. D’altronde, se il Piano dovesse essere adottato in questa forma, ci saranno sessanta giorni per proporre delle osservazioni utili a migliorarlo ulteriormente.

Per ora, l’importante rimane il fatto che viene sensibilmente ridimensionata l’area edificabile del Quadrante di Tessera e se ne prevede un utilizzo preminente sportivo, che sia stata cassata la realizzazione del tracciato in gronda della linea AV/AC (Alta Velocità/Alta Capacità), che sia stato posto l’obiettivo dell’espulsione dalla laguna delle grandi navi da crociera, che sia stato inserito il concetto di soglia massima di sostenibilità giornaliera turistica, per citare alcune modifiche.
Anche la funzione di Porto Marghera è stata oggetto di una verifica sulle sue funzioni prevalenti, sulla salvaguardia della sua vocazione industriale e sulla sua riconversione indirizzata all’insediamento di produzioni industriali innovative e tecnologicamente avanzate, per la definizione del nuovo ruolo di Venezia nel quadro europeo.

Pertanto, alla luce di tali novità, SEL ritiene che si tratti di un PAT quantomeno accettabile e dà il suo consenso alla sua adozione.
Venezia si trova in una situazione di difficoltà oggettive anche alla luce della grave crisi economica che attanaglia il nostro Paese, perciò ha un urgente bisogno di dotarsi di norme urbanistiche che permettano una crescita economica sostenibile, che liberi le sue potenzialità per uno sviluppo compatibile con la sua fragilità, per creare nuovi posti di lavoro, per invertire la tendenza al suo spopolamento, per continuare a fornire i servizi sociali che hanno sempre rappresentato l’orgoglio della città.

Valentina Dascanio
coordinatrice, SEL Venezia Federazione Provinciale
Renata Mannise
coordinatrice, Circolo SEL “P. P. Pasolini” – Venezia
Alessandro Sabiucciu
coordinatore, Circolo SEL “Mestre e Terraferma” – Venezia

Documento SEL sul PAT di Venezia

Il Consiglio Comunale di Venezia si appresta ad adottare il PAT (Piano di Assetto del territorio) che dovrebbe delineare le strategie di sviluppo della città nei prossimi dieci/venti anni.

Si tratta di uno strumento di straordinaria importanza che ha il compito di prefigurare il futuro della nostra città in una prospettiva di lungo termine. È, in altre parole, un piano che deve essere in grado di traghettare l’assetto urbano ed economico della Venezia novecentesca in quello di una città del XXI, che sia immagine ed espressione  di un nuovo e diverso modello di sviluppo.

Nello specifico, la pianificazione regionale articola il livello di pianificazione inferiore nel Piano di Assetto Territoriale comunale e nel Piano degli Interventi comunali.
Il PAT è lo strumento di pianificazione che delinea le scelte strategiche di assetto e di sviluppo per il governo del territorio comunale, mentre il PI è lo strumento urbanistico che individua e disciplina gli interventi di tutela e valorizzazione, di organizzazione e di trasformazione del territorio.
Semplificando i concetti, si potrebbe perciò dire che il PAT è il contenitore, il PI è il contenuto.
Ora, nel diffuso dibattito attuale su questo nuovo strumento urbanistico (la cui pubblicazione vede la luce nel 2010) si tende, in genere, a confondere il contenuto, ancora tutto da definire, con il contenitore.

Nella disputa generale di questi ultimi due anni sono, comunque, sicuramente emersi alcuni punti di criticità, che hanno spinto comitati di cittadini e alcune forze politiche, tra le quali SEL, ad evidenziare l’insostenibilità del suddetto strumento urbanistico.
Appariva, infatti, con una certa evidenza che, nella stesura del PAT, fossero presenti alcune forzature di attori interessati a condizionarne il corso.
Soprattutto nelle aree con più valenza strategica come ad esempio quelle dell’ ATO 5 (Ambito Territoriale Omogeneo) Dese-Aeroporto, dell’ATO 6 Porto Marghera, dell’ATO 11 Isola del Lido.

La trattativa in corso tra le forze politiche ha evidenziato che proprio su tali questioni la Lista “In Comune” ha avuto un ruolo importante proprio nel modificare quelle situazioni di criticità.

Oggi, a pochi giorni dal voto consiliare, un maxiemendamento predisposto dalla Giunta veneziana ha recepito in parte quelle criticità e le ha riproposte in modo sostanzialmente positivo.
Ci riferiamo al Quadrante di Tessera/Città dello Sport, dove i 105 ettari dedicati ad attrezzature collettive e di servizio di scala territoriale sono stati ridotti a meno del 50%; all’esclusione della realizzazione del tracciato in gronda della linea AV/AC (Alta Velocità/Alta Capacità); all’esclusione delle grandi navi da crociera, delle grandi petroliere e portacontainer dalla laguna per le loro dimensioni incompatibili; all’individuazione dei punti di accesso alla città storica nei terminal di Tessera e Fusina e alla esclusione dei Pili per questa funzione.
È stato inserito il concetto di soglia massima di sostenibilità giornaliera turistica.
Anche la funzione di Porto Marghera è stata oggetto di una verifica sulle sue funzioni prevalenti. Marghera manterrà la propria vocazione industriale attraverso una riconversione che vedrà l’insediamento prioritario di produzioni industriali innovative e tecnologicamente avanzate e una riconversione che recepirà modelli di sviluppo innovativi (green economy). Tutto ciò contribuirà a definire un nuovo ruolo di Venezia nel quadro europeo.
Così Marghera, che è stata il simbolo dell’economia del Novecento, che è stata l’incarnazione della fabbrica e del tipo di sviluppo che ha contraddistinto il Novecento, in questa fase di transizione, potrà diventare il luogo in cui esperimentare un nuovo tipo di economia capace di reggere le sfide del nuovo millennio.

Unica cosa che non è stata analizzata dal maxiemendamento è la situazione paradossale del Lido.
Infatti, il Comune di Venezia ha dovuto, purtroppo, recepire nel PAT tutte le varianti elaborate nell’ultimo anno dal Commissario governativo per la Protezione Civile e approvate dalla Conferenza dei Servizi, condannando il territorio ad una brutale speculazione. Questo non impedirà, tuttavia, la presentazione di osservazioni – che sarà nostra cura proporre – laddove si riscontreranno difformità tra le normative del Piano e le varianti suddette, mettendo in evidenza l’inesistenza di situazioni “gravi per l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi” previste dalla legge costitutiva della Protezione Civile, perciò contestando i poteri del Commissario governativo sul Lido e la sua legittimità operativa.

Nella sostanza, comunque, il Piano ha assunto una valenza che SEL considera accettabile.

Si è voluto evidenziare l’azione politica della lista “In Comune” nella vicenda del PAT anche per sottolineare il fatto che Sinistra Ecologia Libertà, qui a Venezia, è forza costituente della Lista “In Comune” e ne ha, perciò, sempre condiviso, all’interno di una dialettica democratica, scelte e indirizzi.

C’è, infine un’altra ragione che spinge SEL ad entrare costruttivamente nell’iter del PAT e che ci fa ritenere utile portarlo a termine pur con l’intenzione di migliorarne gli effetti. È la constatazione di ciò che è avvenuto nel nostro territorio in carenza di uno strumento urbanistico adeguato. Non è stato possibile fermare gli assalti di una speculazione edilizia e fondiaria e commerciale che sta stravolgendo alcune parti importanti della nostra città. Sono passate varianti che permettono utilizzi incongrui di palazzi storici, quasi sempre destinati ad alberghi, ma anche ad uso commerciale (ultimi esempi Cà Corner della Regina e il Fondaco dei Tedeschi); altre che permettono edificazioni su terreni a vocazione ambientale (area SIC di San Niccolò), o a tutela storico artistica (Forte di Malamocco), o destinati a parchi (Parco delle Rose al Lido); altre che prevedono mostri come la megadarsena sulla diga foranea di San Niccolò al Lido.
Per non parlare dei permessi di transito delle gigantesche navi da crociera nel bacino di San Marco.

Ed è stata proprio la carenza di una adeguata strumentazione urbanistica a suggerire disgraziatamente agli amministratori locali, per abbreviare l’iter delle concessioni, di avvalersi dell’opera di Commissari speciali, soggetti portatori di una discrezionalità totale e a volte sospetta, che sovrasta le regole istituzionali e nega i processi democratici alla base di ogni scelta sul territorio.
Questo ci aspetterebbe nella malaugurata ipotesi di un voto contrario al PAT; questo e magari peggio.

Valentina Dascanio
coordinatrice, SEL Venezia Federazione Provinciale
Renata Mannise
coordinatrice, Circolo SEL “P. P. Pasolini” – Venezia
Alessandro Sabiucciu
coordinatore, Circolo SEL “Mestre e Terraferma” – Venezia

Un impegno concreto a sviluppare progetti legati alle fonti rinnovabili

Martedì 19 Aprile 2011,
Egregio Signor Sindaco Orsoni,
la tragica vicenda di Fukushima ripropone, in tutta la sua drammaticità, la “questione nucleare” e dà corpo alle giuste preoccupazioni che hanno spinto i promotori del referendum antinucleare a promuovere la consultazione popolare per fermare gli scellerati propositi del governo Berlusconi.

La città di Venezia, fin dal 1984, si dichiarò comune denuclearizzato.
Questo nuovo disastro nucleare oltre che aumentare i rischi per tutti i viventi rende evidentissimi i limiti dell’azione del governo Berlusconi. La scelta del ritorno al nucleare, compiuta senza alcuna seria riflessione, con l’unico obiettivo di sviluppare affari, è stata fatta passare sopra la testa delle donne e degli uomini di questo Paese e cancellando la sovranità degli enti locali in materia di insediamenti e scelte prioritarie per i propri territori.
La sospensiva annunciata dal governo Berlusconi, assieme al vergognoso silenzio dei media televisivi e di larga parte della carta stampata, suonano come la scelta dei “furbetti” per cercare di depotenziare il referendum di giugno. In più la scelta nuclearista improvvidamente promossa da Berlusconi tende a passivizzare ulteriormente il sistema economico nazionale impedendo lo sviluppo di buona occupazione nei settori delle energie rinnovabili ed impedisce di orientare il sistema paese verso una sempre più necessaria riconversione ecologica dell’economia (anche alla luce di quanto avviene nei paesi arabi e dell’area sud del mediterraneo).
La riconversione ecologica dell’economia è ancor più necessaria se guardiamo alla crisi di Porto Marghera, alla drammatica carenza di risposte adeguate sia in termini di sviluppo dell’area che di tutela dell’occupazione.

Le chiediamo signor Sindaco, anche in ragione delle scelte compiute in passato dalla Città di Venezia, di riproporre Venezia come comune denuclearizzato, attraverso un nuovo pronunciamento del Consiglio Comunale di Venezia.

Chiediamo a lei, Sindaco Orsoni, ed al Consiglio Comunale di Venezia, sia di riaffermare l’autorità del Comune sulla individuazione o meno dei siti e sulle scelte in materia, che di assumere una posizione netta, come già fatto dall’assessorato all’ambiente, a fianco degli imprenditori del fotovoltaico contro ogni ipotesi di cancellazione del sistema degli incentivi da parte del governo Berlusconi.

Chiediamo a Lei, Sindaco Orsoni, ed al Consiglio Comunale di Venezia, di impegnarsi a sviluppare progetti concreti che, sul piano del ricorso alle fonti rinnovabili, caratterizzino Venezia come città italiana ed europea del Solare e delle fonti rinnovabili.

Siamo certi che troveremo in Lei, e nella sua maggioranza, piena e convinta disponibilità e condivisione delle proposte fatte e per questo la ringraziamo anticipatamente.

Alessandro Sabiucciu

 Sinistra Ecologia Libertà
Circolo “Mestre e Terraferma” Venezia – Mestre

Documento politico SEL Mestre

Quelli che stiamo vivendo sono tempi di grandi, epocali, trasformazioni che investono tutta la sfera del vivere, coinvolgono tutti i viventi, investono l’intero pianeta, sia su scala globale che più vicino a noi, nei luoghi nei quali viviamo la nostra quotidianità.
Intorno alla figura di Nichi Vendola, alla sua proposta politica, al suo essere una sorta di “poeta disarmato” in un’epoca nella quale si continuano a riproporre guerre nelle loro diverse e sempre devastanti forme e conseguenze, come le vicende libiche ci dimostrano purtroppo tragicamente, può determinarsi un’opportunità straordinaria per coagulare forze, per riaprire una partita, insieme politica e culturale, sociale ed economica, che abbia come posta la costruzione di un ampio, ambizioso, progetto di cambiamento per il nostro Paese.

Il nostro è un percorso complesso, irto di difficoltà e dagli esiti incerti.
Un percorso difficile, ma non affrontiamo da soli quest’avventura.
Il cartello di forze sociali e sindacali, di individui, movimenti e associazioni, che ha dato vita al percorso di “uniti contro la crisi”, rappresenta, per noi, un primo importantissimo nucleo che può diventare il catalizzatore per una proposta di alternativa di società, fondata sul riconoscimento della pluralità e molteplicità delle culture, delle storie e delle appartenenze, ma anche sulla ricerca di un orizzonte comune, che sia portatore di reali e concreti progetti di cambiamento.
Cambiamento che non potrà avvenire attraverso il tatticismo parlamentare e/o invocando una sorta di supplenza alla magistratura, bensì attraverso la messa in campo di proposte concrete per l’alternativa, sulle base delle quali avviare una nuova stagione di conflitto sociale e di dialettica democratica.

Lo sciopero generale indetto dalla sola CGIL il 6 maggio, e l’appuntamento del 12 e 13 giugno per i tre referendum su acqua e nucleare, rappresentano altrettante scadenze sulle quali intendiamo impegnarci con tutte le nostre forze.
La messa in campo di una nuova fase di conflittualità sociale può costruire infatti la piattaforma sociale, culturale, persino “logistica”, per la costruzione dell’alternativa.
La piattaforma di “uniti contro la crisi”, a partire dalla lotta alle diverse forme di precarietà, sociale e del lavoro, per la difesa del valore dei contratti nazionali come uno degli elementi fondativi di una unità basata sui diritti e non sulle retoriche patriottarde, per la conquista del reddito di cittadinanza come riconoscimento del valore della persona, cittadino e non consumatore e come percorso possibile di riconoscimento di legami sociali contro la precarietà sistemica, per la riconversione ecologica dell’economia, a partire dal definitivo superamento del nucleare dopo l’ennesimo disastro avvenuto a Fukushima, può trovare, sia nello sciopero che nei referendum, un nuovo slancio, una rinnovata forza per battersi contro la privatizzazione del tutto, la cancellazione di ogni ruolo pubblico e di ogni idea di bene comune, la devastazione dell’ambiente, il venir meno di ogni idea di universalità dei diritti.

Vogliamo contribuire alla ricostruzione di una idea di comunità, locale e globale, fondata sulla pace, sulla difesa dei beni comuni, sull’uguaglianza e sulle differenze, per sconfiggere gli imprenditori politici della paura (con i quali non è possibile alcun processo di condivisione di iniziative, anche tematiche e anche locali, a partire dalla Lega Nord) che stanno realizzando un mondo fondato sull’incertezza e sull’insicurezza di massa, dove persino “l’emergenza Lampedusa” è utilizzata allo scopo di rafforzare la paura dell’invasione da parte degli “altri da noi”.

Questo nostro impegno sulle grandi questioni globali e nazionali, non può prescindere dalla necessità di un forte radicamento nella realtà locale, perché proprio qui si possono sperimentare soluzioni innovative (dal welfare locale con nuove politiche per la centralità dei diritti delle persone –cittadini plurali, alla pianificazione territoriale sostenibile, dalla residenza alle funzioni della logistica e delle intermodalità, portando a valore i fattori di eccellenza che ancora caratterizzano quest’area), che assumono poi un significato ed una valenza di carattere nazionale.

Nel Novecento, la sinistra veneziana seppe interpretare la modernità nel rapporto tra lavoro industriale e città storica.
Ed è proprio in quell’idea della modernità, in quelle pluralità culturali –dalle culture del lavoro a quelle dell’ambiente – che su quella modernità si sono sviluppate, che Venezia è rimasta, ancora, refrattaria all’arroganza secessionista, razzista e xenofoba.
Oggi quell’idea di modernità non basta più: non regge le sfide del tempo presente. Troviamo necessario ripensare alla “modernità”, a e di Venezia, a partire dal riqualificazione della relazione tra città e pluriverso dei lavori, tra città e territorio per una diversa qualità della relazione tra Venezia e la sua dimensione metropolitana e provinciale, tra Venezia e il Veneto, anche per valorizzarne il ruolo di capitale del Veneto, per quello che significa nel senso della qualità e quantità di presenza delle funzioni istituzionali fondamentali.

Venezia, di fronte alle proporzioni della crisi economica e produttiva e ai drammatici problemi del nostro tempo (a partire dagli effetti dei cambiamenti climatici che direttamente la investono), può essere davvero laboratorio, non di astruse formule politiciste, ma di autentica innovazione sociale e produttiva, politica ed istituzionale. Ed è un processo a cui noi vogliamo contribuire.
In questo senso, uno dei punti programmatici che ci caratterizza e che caratterizzerà il nostro agire, senza rinunciare alla nostra radicalità ideale e al nostro specifico apporto, ma in un quadro più generale di concorso alla costruzione di un più forte e rinnovato centro sinistra e rifiutando il minoritarismo che attraversa alcune anime della sinistra dispersa, è la ricerca della condivisione di un rapporto politico privilegiato con l’esperienza della Lista, di cui molte e molti di noi sono elettrici ed elettori, e dell’Associazione “in comune”, nella misura in cui proprio questa esperienza allude al superamento delle vecchie appartenenze, alla costruzione di uno spazio politico più ampio ed inclusivo, che si misura con la difficile ma anche ineludibile prova del governo locale.

Come Circolo SEL di Mestre e Terraferma intendiamo, infine, impegnarci per la costruzione di una forma-partito profondamente rinnovata e aperta a quanto di vitale si muove nella società, un “partito nuovo” che abbia – come sancito dal Congresso nazionale di Firenze lo scorso novembre – anche l’ambizione di oltrepassare se stesso e i limiti connaturati alla propria struttura.
Di conseguenza, non ci interessa semplicemente partecipare ad un “nuovo partito” che, cercando di cambiare solo alcune frasi del proprio linguaggio, riproponga intatti i vecchi vizi di una politica senza cuore né anima.
A tutto questo ci sentiamo impegnati.

Sinistra Ecologia Libertà
Circolo “Mestre e Terraferma” Venezia – Mestre