Mira 17.02 | Presidio contro ogni forma di violenza a sostegno dei diritti delle donne

domenica 17 febbraio | ore 10.00
Municipio di Mira

Presidio
contro ogni forma di violenza
a sostegno dei diritti delle donne

Usciamo dal silenzio – Mira

evento su Facebook

presidio mira 17.02

Venezia. 14 ottobre in difesa dell’Arsenale

I circoli cittadini di Venezia e la Federazione Provinciale di Sinistra Ecologia Libertà sostengono e diffondono il seguente appello:

Il Comitato per la restituzione dell’Arsenale a Venezia invita tutte e tutti ad un ritrovo cittadino in difesa dell’Arsenale: l’Arsenale è parte intrinseca e inalienabile di Venezia e sul modo in cui verrà recuperato e restituito ai veneziani si gioca gran parte del futuro destino della città.
Ci opponiamo con forza all’ evidente sopruso di chi vuole “allungare le mani sulla città” delegittimando il Comune di Venezia e ostacolando un processo democratico che vede nella restituzione dell’Arsenale alla città il più importante fattore di rilancio economico e culturale del centro storico.
Proponiamo a tutte e tutti di manifestare a fianco del Comitato e delle oltre 20 associazioni firmatarie dell’appello al presidente Napolitano per fermare l’emendamento del Ministro Passera, che annulla il passaggio dallo Stato al Comune di Venezia di una grande parte dell’Arsenale Nord.
Il Comitato Arsenale, dopo la conferenza stampa tenuta dal sindaco ieri mattina, è riuscito a coinvolgere nella manifestazione l’ Amministrazione Comunale.
Vi aspettiamo domenica mattina alle ore 11 in campo Arsenale.
Portate musica, cartelli, e quanto di colorato avete ma solo sul tema dell’Arsenale.
Ci sarà un tavolo con del vino e del materiale sull’Arsenale.
Fate girare e diffondete ad amici e conoscenti l’invito.
Dobbiamo essere tanti.

Pubblichiamo di seguito l’appello del Comitato per la Restituzione dell’Arsenale a Venezia.
Qui
il comunicato stampa del Comune di Venezia.

Venezia 11 ottobre 2012

Appello al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Arsenale: gli interessi privati del Consorzio Venezia Nuova contro la città ed il Comune.

Apprendiamo indignati dai giornali del colpo di mano, contenuto nell’emendamento del Ministro Passera, che annulla il passaggio dallo Stato al Comune di Venezia di una grande parte dell’Arsenale Nord (area dei Bacini e delle Tese).
Questo emendamento dell’ultima ora, inserito furbescamente per accontentare gli interessi privati delle aziende del Consorzio Venezia Nuova, va contro le prospettive di restituzione dell’Arsenale alla città e quindi al suo legittimo proprietario: il Comune di Venezia.
Ci opponiamo con forza a questo evidente sopruso di chi vuole “allungare le mani sulla città” delegittimando il Comune di Venezia e ostacolando un processo democratico che vede nella restituzione dell’Arsenale alla città il più importante fattore di rilancio economico e culturale del centro storico.
L’Arsenale è parte intrinseca e inalienabile di Venezia e sul modo in cui verrà recuperato e restituito ai veneziani si gioca gran parte del futuro destino della città.

promuove:
Comitato per la Restituzione dell’Arsenale a Venezia

Lavoro: presidio Piazza Ferretto il 29 maggio

CONTRO IL DISEGNO DI LEGGE DEL GOVERNO MONTI SUL MERCATO DEL
LAVORO, PER LA DIFESA DELL’ART. 18 DELLO STATUTO DEI LAVORATORI
Presidio in Piazza Ferretto, martedì 29 maggio dalle ore 17,30

Il DDL sul Lavoro proposto dal Ministro Elsa Fornero che il Parlamento si accinge a discutere scardina gli elementi vitali di garanzia, manomette diritti fondamentali delle lavoratrici e dei lavoratori.

E’ un attacco da respingere con decisione e che deve tradursi in una grande mobilitazione popolare.

Le conseguenze di questa controriforma sarebbero nefaste: l’obbligo di reintegrare il lavoratore ingiustamente licenziato verrebbe meno e il reintegro sarebbe ridotto a situazioni estreme e improbabili. Siamo di fronte a una vera e propria aberrazione.

La possibilità di reintegro del lavoratore verrebbe nei fatti abolita:
•   basterà  che  il  datore  di  lavoro  parli  di  “licenziamento  disciplinare”  perché  un  atto  illegittimo  sia riconosciuto come ammissibile;
•   basterà che il datore di lavoro apponga l’etichetta del “motivo economico” perché il licenziamento sia effettivo;  la  “manifesta  insussistenza”,  prevista  nel  disegno  di  legge  del  Ministro  Fornero,  è  di  fatto indimostrabile  e  comunque  nemmeno  in  quel  caso  la  reintegra  sarebbe  un  diritto,  ma  solo  una possibilità.

E’ inoltre gravissima la contemporanea manomissione delle garanzie procedurali nei licenziamenti collettivi.

La cancellazione del diritto alla reintegra – inizialmente applicato al settore privato ma presto esteso anche al pubblico, aprirà la via ad arbitri senza precedenti nei rapporto di lavoro; verrà così meno il valore deterrente dell’articolo  18  dello  Statuto  dei  Lavoratori,  e  questo  in  un  Paese  che  già  oggi  ha  un  livello  di  protezione ridotto e inferiore alla media europea.

Il  DDL  Lavoro,  non  solo  non  cancella  nessuna  delle  tipologie  di  lavoro  precario,  ma  equipara  invece  i contratti a termine e il lavoro in somministrazione al contratto a tempo indeterminato, con l’abolizione delle causali giustificative.

A  tutto  ciò  si  aggiunge  la  drastica  riduzione  della  copertura  degli  ammortizzatori  sociali,  i  cui  effetti  si combinano in maniera micidiale con la controriforma delle pensioni.

Con questa controriforma la precarietà diventerà condizione generale: le lavoratrici e i lavoratori adulti e anziani espulsi con la crisi dai posti di lavoro, si ritroveranno competere con i loro figli e le loro figlie per un posto precario.

Ci  opponiamo  e  ci  opporremo  a  questa  controriforma:  con  le  mobilitazioni  oggi,  con  il  referendum domani.

Noi consideriamo l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori una norma di civiltà.

L’obbligo  della  reintegra  per  chi  viene  ingiustamente  licenziato  è  una  garanzia  essenziale  per  ogni  singolo lavoratore;  esso  è  al  contempo  il  fondamento  per  l’esercizio  dei  diritti  collettivi  delle  lavoratrici  e  dei lavoratori e  per la conquista di livelli salariali e condizioni di lavoro dignitosi.

Se  l’articolo  18  fosse  manomesso,  sarebbero  minate  alla  radice  le  agibilità  e  le  libertà  sindacali  perché  i lavoratori sarebbero tutti molto più ricattabili.
Noi chiediamo, al contrario, l’estensione dell’articolo 18 a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori.
Per tutte queste ragioni, promuoviamo, in occasione dell’apertura del dibattito parlamentare sulla controriforma del mercato del lavoro, una prima giornata di mobilitazione con presidio in Piazza Ferretto, martedì 29 maggio 2012 dalle ore 17,30.

Tutti i lavoratori, i cittadini, i delegati e dirigenti sindacali, i giovani e i pensionati che hanno a cuore la difesa dei diritti dei lavoratori, sono invitati ad aderire.

Federazione della Sinistra
Italia dei Valori
Sinistra Ecologia Libertà

scarica il volantino in .pdf

29 ottobre Fermiamo il carbone. Adria

DIstrazione

MANIFESTAZIONE FERMIAMO IL CARBONESabato 29 ottobre 2011 
Adria (Rovigo)
ritrovo ore 14.00 lungo viale Maddalena
(di fronte alla stazione dei treni)

Fermiamo il carbone (fermiamoilcarbone.it)
No Coke Polesine (nocokepolesine.blogspot.com)

15 ottobre manifestazione nazionale a Roma

15ottobre.wordpress.com

PEOPLES OF EUROPE, RISE UP!

Corteo
da piazza della Repubblica
a Piazza San Giovanni
ore 14.00

Sono già centinaia le organizzazioni nazionali e locali, le reti, i movimenti che stanno preparando la loro partecipazione al grande, plurale, pacifico  corteo che nel pomeriggio del 15 attraverserà le vie della Capitale, prima tappa di un percorso di mobilitazione che continuerà anche dopo quella giornata.

La manifestazione partirà alle 14.00 da piazza della Repubblica e, dopo aver attraversato via Cavour, Largo Corrado Ricci, via Dei Fori Imperiali, piazza del Colosseo, via Labicana, via Manzoni, via Emanuele Filiberto, raggiungerà piazza San Giovanni.

210 le mobilitazioni già previste il 15 ottobre in tutta Europa, nel Mediterraneo e in altre regioni del mondo, contro la distruzione dei diritti, dei beni comuni, del lavoro e della democrazia causata dalle politiche anticrisi, che difendono i profitti e la  speculazione finanziaria.

In Italia l’appello internazionale è stato raccolto da tanti soggetti organizzati, alleanze sociali, gruppi informali e persone che hanno dato vita al Coordinamento 15 ottobre.

La grande manifestazione nazionale sarà una tappa della ripresa di spazio pubblico di mobilitazione permanente, che è necessario mettere in campo per cambiare l’Italia e il nostro continente.

Il Coordinamento 15 ottobre invita a costruire in tutto il territorio la partecipazione italiana alla giornata europea e internazionale “UNITED FOR GLOBAL CHANGE” e a convergere nella giornata nazionale di mobilitazione a Roma.

«-»

Partecipano al Coordinamento 15 ottobre, per la gestione dell’organizzazione della mobilitazione, le seguenti organizzazioni, che vi aderiscono sulla base di propri appelli, contenuti, alleanze e piattaforme:
A Sud, Action, Altramente, Arci, Atenei in Rivolta, Attac Italia, CIB – Unicobas, COBAS, Comitato 1° ottobre,  Controlacrisi.org, Costituente dello Sciopero Precario, CPU – Coord. Precari dell’Università, CUB – Confederazione Unitaria di Base, Democraziakmzero, ESC, Fair Watch, Fed. Anarchica Italiana – Roma, Federazione della Sinistra, FGCI – Federazione Giovanile Comunisti Italiani, Flare,  Forum Diritti Lavoro, Giovani Comunisti, Gruppo Abele, Il Popolo Viola, Laboratorio Politico “Alternativa”, Legambiente, Liberazione, LINK – Coordinamento Universitario, Lunaria, Osservatorio Europa, PCL, P. CARC, PDCI, PRC, Radio Vostok, R@P – Rete per l’Autorganizzazione Popolare , Rete@Sinistra, Rete 28 Aprile – CGIL, Rete dei Comunisti, Rete della Conoscenza, Rete Salernitana per il 15 ottobre, Rete Viola, RIBALTA – Alternativa Ribelle, SEL – Sinistra Ecologia Libertà, Sinistra Critica, Sinistra Euromediterranea, Snater, Terra del Fuoco, Tilt, Uisp, UDS – Unione degli Studenti, Un ponte per, Unicommon, Uniti per l’Alternativa, USB

Appello 29 ottobre. Giornata contro il carbone

29 OTTOBRE : GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE
CONTRO IL CARBONE

CONTRO L’USO DEL CARBONE, PER UN LAVORO DEGNO, PER CONTRASTARE I CAMBIAMENTI CLIMATICI E TUTELARE LA SALUTE
DANDO SPERANZA AL NOSTRO FUTURO

APPELLO PER UNA MANIFESTAZIONE NAZIONALE NEL POLESINE
E PRESIDI DAVANTI ALLE CENTRALI A CARBONE

La scelta di incrementare l’uso del carbone per la produzione di energia elettrica è una scelta nociva e sbagliata, soprattutto oggi che i cambiamenti climatici costituiscono una minaccia per il futuro del Pianeta e le fonti rinnovabili, insieme all’efficienza energetica, rappresentano l’alternativa efficace e praticabile. La combustione del carbone in centrali elettriche rappresenta, infatti, la più grande fonte “umana” di inquinamento da CO2, più del doppio di quelle a gas. A parole tutti sono per la lotta ai cambiamenti climatici, ma in Italia si fanno scelte in senso contrario, nonostante l’Unione Europea abbia assunto la decisione di ridurre entro il 2020 di almeno del 20% le emissioni di gas serra, rispetto ai livelli del 1990.

Il carbone è anche una grave minaccia per la salute di tutti: la combustione rilascia un cocktail di inquinanti micidiali (Arsenico, Cromo, Cadmio e Mercurio, per esempio), che coinvolgono un’area molto più vasta di quella intorno alla centrale. L’Anidride solforosa emessa, combinandosi con il vapore acqueo, provoca le piogge acide, per non parlare dei danni alla salute derivanti dalle polveri sottili.

La consapevolezza del legame tra danno ambientale e minacce per la salute umana, con inevitabili costi per la collettività, dovrebbe ormai costituire una consapevolezza comune. Ciò nonostante, e per mere convenienze proprie legate all’attuale prezzo del carbone (peraltro in salita), alcune aziende insistono per costruire nuove centrali a carbone o riconvertire centrali esistenti.

Con i recenti referendum oltre 26 milioni di italiani hanno rivendicato il diritto a decidere del proprio futuro, un futuro in cui i cambiamenti climatici non raggiungano livelli distruttivi per l’ambiente, il benessere e la stessa specie umana, un futuro di vera sicurezza energetica, un futuro di vera e stabile occupazione. In contrasto con questa ampia richiesta popolare Governo, Enel e altri lanciano invece un “piano carbone” che, oltre a Porto Tolle, riguarda la riconversione di vecchie centrali come Vado Ligure, La Spezia, e Rossano Calabro, o addirittura la costruzione di nuove centrali come Saline Ioniche, con un livello di investimenti, pubblici e privati, dell’ordine di 10 miliardi di euro. Con buona pace del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili. Rivendichiamo il diritto a essere coinvolti in scelte chiare, fondate su strategie e piani condivisi e non dettati dalle lobby energetiche, ma dall’interesse di tutti e dal bene comune.

Proponiamo il territorio polesano come laboratorio nazionale per cominciare ad immaginare ed attuare l’alternativa energetica, per uscire dalle fonti fossili.

Cominciamo questo percorso con una giornata di mobilitazione nazionale contro il carbone il 29 ottobre, e con una manifestazione nazionale nel Polesine.

A Porto Tolle, l’ENEL vuole – anche con modifiche alle leggi e alle normali procedure, operate da una politica compiacente – convertire una centrale a olio combustibile in una centrale a carbone della potenza di 2000 MW, nel mezzo del parco del Delta del Po. Questa centrale a carbone emetterebbe in un solo anno 10 milioni di tonnellate di CO2 (4 volte le emissioni di Milano), 2800 tonnellate di ossidi di azoto (come 3.5 milioni di auto), 3700 tonnellate di ossidi di zolfo (più di tutti i veicoli in Italia), richiedendo lo smaltimento di milioni di tonnellate di gessi e altre sostanze.

La centrale a carbone di Porto Tolle non ha alcun senso.

La riconversione avverrebbe al di fuori e contro di ogni strategia di riduzione delle emissioni di anidride carbonica (strategia che ancora oggi non c’è) e persino di ogni logica energetica, dal momento che l’Italia ha una potenza istallata quasi doppia rispetto al picco della domanda, al punto che i produttori di energia elettrica lamentano che gli impianti vengono oggi usati per un terzo della loro potenzialità.

Non solo: oggi le maggiori prospettive di nuovi posti di lavoro, nel mondo e in Italia, sono nei settori delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, con numeri che in alcuni Paesi ormai superano l’industria tradizionale; al contrario, la centrale a carbone porrebbe a rischio l’occupazione già esistente, e quella futura, nell’agricoltura, nel turismo e nella pesca.

La riconversione a carbone avverrebbe con una tecnologia di combustione che, pur spinta ai suoi migliori livelli, resta sempre assai più inquinante di quella basata sul gas naturale, e dannosa per la salute; nel caso di Porto Tolle, i dati di rilevazione e le epidemiologie mostrano che l’inquinamento e i danni sanitari si estenderebbero per buona parte della Pianura Padana.

Il ricatto occupazionale di ENEL, dunque, va rifiutato da tutti con dignità e fermezza, perché oggi più che ieri il futuro è nell’economia sostenibile per l’ambiente e la salute, tanto più che, sul piano occupazionale, la bonifica dell’area ed una sua riconversione verso impianti e produzioni nel settore delle energie rinnovabili pulite darebbero lavoro stabile e sicuro ad un maggior numero di persone.

Con la giornata del 29 ottobre ci rivolgiamo a tutti, anche a coloro che subiscono il ricatto occupazionale, nel Polesine e ovunque in Italia vi siano centrali a carbone o progetti di costruzione di nuove centrali o di ampliamento di quelle esistenti, per rifiutare tutti insieme la contrapposizione tra lavoro ambiente e salute, cominciando invece a costruire un lavoro dignitoso, una società basata sull’interesse comune e non sugli interessi di poche lobbies, sulla possibilità di un futuro per tutte e tutti.

Promotori
Alternativa, AltraMente scuola per tutti, AltroVe, Arci, A Sud, Cepes, Circolo culturale AmbienteScienze, Comitato Energiafelice, Comitato SI’ alle Rinnovabili NO al nucleare, Coordinamento Veneto contro il carbone, Ecologisti Democratici, Fare Verde, Federconsumatori, Focsiv – Volontari nel mondo, Forum Ambientalista, Greenpeace, Isde-Medici per l’Ambiente, Italia Nostra, Kyoto Club, Legambiente, Lipu, Movimento difesa del cittadino, Movimento Ecologista, Otherarth, Rete della Conoscenza (Uds-Link), RIGAS, Slow Food Italia, Wwf, Ya Basta.

Adesioni
Federazione nazionale dei Verdi, Prc-Fds, SEL nazionale – Sinistra Ecologia Libertà.

Adesioni individuali
Virginio Bettini, Ilaria Boniburini, Anna Donati, Edoardo Salzano.

Per adesioni: segreteria@fermiamoilcarbone.it
http://www.fermiamoilcarbone.it

17 settembre – Venezia Bene Comune

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Per la dignità, i diritti, la democrazia.

Il prossimo 18 settembre il partito della Lega Nord chiamerà i suoi militanti a raccolta a Venezia per inscenare lo stanco rito della secessione simbolica.

I suoi dirigenti, dal palco di riva Sette Martiri, avranno poco di cui vantarsi: da tre anni ormai, determinanti per il sostegno parlamentare al decotto Berlusconi, al governo di “Roma ladrona” ci sono proprio loro. Occupano prestigiose poltrone ministeriali e fanno parte, a pieno titolo, della Casta. Allo stesso modo, guidano comuni e provincie in tutto il Nord, e qui hanno occupato i consigli d’amministrazione di enti di ogni genere. Gestiscono potere, distribuiscono risorse, curano clientele. Eppure, la crisi avanza. Crescono di giorno in giorno le difficoltà a mettere insieme un reddito dignitoso per lavoratrici e lavoratori, precari e partite Iva, artigiani e piccoli imprenditori. Al posto del promesso federalismo arrivano i tagli alla sanità e al welfare. Al posto dell’autonomia impositiva, ticket e nuove tasse.

Ad essere recitati saranno allora, ancora una volta, gli slogan vuoti della retorica secessionista, le chiacchere roboanti del populismo e della demagogia, e soprattutto le oscene parole dell’odio verso i migranti e i “meridionali”. Questa volta più che mai serviranno a raccattare consenso per un partito che, invece, dal governo in cui siede, ha scelto di gestire la crisi scaricandone il prezzo sui più deboli, di imporre dall’alto le decisioni alle comunità territoriali a Nord come a Sud, di sostenere la distruzione sistematica dei diritti dei lavoratori.

Per questo siamo indignati. Perché sappiamo che dove c’è razzismo non c’è dignità, dove le decisioni vengono prese dall’alto ad essere sconfitte sono le istanze democratiche, dove dominano retorica e populismo ad essere sconfitta è l’alternativa per una società più giusta.

Facciamo allora appello a tutte e tutti, perché la Casta padana che sta gestendo la crisi senta forte la voce di chi la crisi non è più disponibile a pagarla, per non lasciare che le parole dell’odio coprano le tante voci di quanti, in questi mesi, hanno marciato per il cambiamento. Facciamo appello ai migranti ed alle associazioni anti-razziste in lotta contro la sanatoria truffa, per una accoglienza degna, per i diritti di cittadinanza; ai comitati per la difesa del territorio e dei beni comuni; agli studenti che si battono per la conquista di un presente ed un futuro migliori; ai sindacati ed ai lavoratori che difendono la dignità nel lavoro; a tutti i cittadini indignati di questa Regione e di questo paese perché sabato 17 settembre 2011, a Venezia, a ridosso del raduno della Lega, soffi forte il vento dell’alternativa.

Lega Nord, la commedia è finita. E’ ora invece di alzare forte la voce: per i diritti, la dignità, la democrazia. SABATO 17 SETTEMBRE MANIFESTAZIONE con concentramento alle ore 15 piazzale antistante la Stazione ferroviaria di Venezia Santa Lucia

Promuovono:
Rete Tuttiidirittiumanipertutti (Venezia), Liberalaparola (Venezia), Razzismo Stop (Venezia), FIOM provinciale di Venezia, Coordinamento Studenti Medi (Venezia e Mestre), Coordinamento Studenti Universitari (Venezia), Centro Sociale Rivolta (Marghera), Sale Docks (Venezia), Laboratorio Morion – Casa dei Beni Comuni (Venezia), Il Villaggio (Venezia), Assemblea Permanente Contro il Rischio Chimico (Marghera), COBAS – Comitati di Base della Scuola (Venezia), Urban Code (Venezia), Wonderland Libreria Fumetteria (Mestre), Associazione “Io Clandestino” (Venezia), Gruppo Mani Tese di Mestre, Sinistra Ecologia Libertà – Federazione di Venezia, Libreria Marco Polo (Venezia), Associazione Djembe (Venezia), Circolo ARCI Metricubi (Venezia), Volontari Terzo Mondo Magis (Venezia), Gate 22 (Venezia Mestre), Associazione e Lista “In Comune” (Venezia), Federazione della Sinistra (Venezia), Associazione AmbienteVenezia (Venezia)

PER ADERIRE MANDA UNA MAIL A: venezia17settembre@libero.it

Prime adesioni:
Presidio No Dal Molin (Vicenza), FIOM del Veneto, Bocciodromo (Vicenza), Razzismo Stop (Padova), Cso Pedro (Padova), ADL USB (Padova), Ass. Ya Basta (Padova), Comitato Genitori ed Insegnanti per la Scuola pubblica (Padova), Coordinamento Studenti Medi (Padova), Polisportiva San Precario (Padova), Reality Shock (Padova), Lab Crack (Padova), Fuxia Block (Padova), Brigata di Solidarietà Attiva (Padova), Associazione per la Pace (Padova), Cobas PT-CUB (Padova), Ass. Zattera Urbana per l’Integrazione (Padova), Circolo del Manifesto (Padova), Opera Nomadi (Padova), Laboratorio Artaud c.r.t (Padova), Carta EstNord, Razzismo Stop (Treviso), FuoriClasse, Scuola di Italiano per il Mondo (Treviso), ADL-USB Treviso, Quotidiano Ambientalista Terra, Rete Contro il Nucleare (Chioggia), COBAS – Comitati di Base della Scuola (Veneto), Cso Bruno (Trento), Ass. Ya Basta (Trento), Laboratorio Insurgencia (Napoli), Laboratorio Palayana (Universita’ Federico II , Napoli), Rete Commons! (Napoli e provincia), Associazione Shimabara (Marche), Polisportiva Antirazzista Assata Shakur (Ancona), Comunità in Resistenza (Empoli), Ashiwa per l’integrazione Quarto (Napoli), Ass. Città Migrante (Reggio Emilia), Laboratorio Aq 16 (Reggio Emilia), Cs Tpo (Bologna), Squadra di calcio antirazzista “La Paz!” (Parma), Casa Cantoniera (Parma), ArtLab (Parma), Lab.Paz Project (Rimini), Ass. Rumori Sinistri (Rimini), Esc-Atelier autogestito (Roma), Esc-Infomigrante (Roma), ACTIon diritti in movimento (Roma), Unità Popolare Veneta, Z.A.M. (Milano), Federazione della Sinistra Veneta, Rifondazione Comunista del Veneto, Lista civica “Vicenza Libera – No Dal Molin” (Vicenza), RancurArte (Vcenza), Comitato Valle Agno No Dal Molin per i beni comuni (Vicenza), Circolo culturale Mesa (Vicenza), Circolo culturale E20underground (Vicenza), Associazione Lavoratori in corso (Vicenza), Collettivo InScatola (Montecchio Maggiore), Montecchio sLegata (Montecchio Maggiore)

6 settembre. Sciopero generale

Sinistra Ecologia Libertà aderisce e partecipa allo sciopero generale del 6 settembre 2011 proclamato dalla CGIL.

La manifestazione regionale per il Veneto si terrà a Mestre con due cortei che si snoderanno da Corso del Popolo (per Venezia e provincia) e da via Forte Marghera (resto del Veneto) per arrivare in piazza Ferretto dove terrà il comizio conclusivo Enrico Panini della segreteria nazionale della Cgil.
Ore 9.00 partenza dei cortei.

Ore 10.30 Piazza Ferretto.

Volantino in versione .pdf

Ora tocca a noi, tutt@ in piazza il 1° ottobre

L’abbiamo detto, l’abbiamo scritto molte volte: c’è un paese migliore, un’Italia che non si riconosce nei colpi di coda di questo regime e neppure nelle esitazioni di un’opposizione parlamentare che balbetta invece di dire, che esita invece di fare. C’è un paese migliore che non rassomiglia alla cartolina slabbrata e malinconica che Berlusconi propone ogni giorno dell’Italia.

Un paese che ha conosciuto i giorni felici di lotta per i referendum, che è sceso in piazza per difendere il diritto di dire dei giornalisti, le ragioni dei lavoratori, l’autonomia dei magistrati, la rabbia legittima dei precari, la dignità e il sapere degli studenti e dei loro insegnanti. Un paese che vuole costruire adesso un’alternativa di governo e di futuro, che non intende attendere rassegnato il corso delle cose. A quest’Italia vogliamo dare voce e fiato, il coraggio delle parole smarrite, la fermezza dei principi irrinunciabili. Adesso tocca a noi: e mai come adesso questa parola – “noi” – dev’essere l’impegno per una mobilitazione collettiva, vasta, popolare che vada ben oltre gli iscritti e i militanti del nostro partito.

La manifestazione che Sinistra Ecologia e Libertà convoca il primo ottobre a Roma, a piazza Navona, non sarà una liturgia ma un’occasione per far sentire la voce di un paese che non si è mai piegato al corso delle cose. Non si tratta solo di archiviare Berlusconi ma di rimettere in campo una filiera di pensieri lunghi, di proposte politiche, di valori alti che aprano una nuova stagione civile e morale per l’Italia. Dalla crisi si esce ricostruendo una pratica della politica che sappia redistribuire risorse, opportunità, diritti e doveri. Per questo vi chiediamo di esserci, di partecipare, di dare il vostro contributo per fare del primo ottobre una data d’inizio, il principio di un nuovo tempo della politica e della nostra vita.

Claudio Fava

Andiamo in piazza. Il tempo dell’alternativa è ora

Care compagne e cari compagni,

viviamo un passaggio d’epoca che ha la potenza e la crudeltà di una guerra, sentiamo l’odore di un temporale che talvolta sembra somigliare al diluvio universale, sappiamo che verranno giorni difficili e amari per il nostro Paese. La crisi è stata colpevolmente negata, occultata, esorcizzata dai pubblicitari di Palazzo Chigi. Oggi questa crisi esplode, continua ad esplodere ogni giorno, percuote il mondo nostro come una febbre misteriosa e crescente. La propaganda non può nascondere la realtà. Non è solo una crisi finanziaria, ma una crisi globale: divora la geografia delle classi sociali, minaccia l’esistenza del ceto medio, riduce il glorioso Welfare all’attivismo caritatevole delle opere pie. Tutto cambia, tutto frana, tranne l’intangibilità degli universi blindati della ricchezza, della speculazione, della rendita. C’è la crisi e quindi, cosi dice questa Europa indecente, occorre tagliare la spesa sociale, comprimere i redditi, razionare i servizi, ridurre i diritti. La politica, colpevolmente genuflessa dinanzi alla signoria del mercato, oggi appare impotente e balbettante. Nulla di concreto si può dinanzi alle piroette speculative dei mercati. E l’Italia si presente a petto nudo al cospetto di questi mostri indomabili che movimentano denari e distruzione: abbiamo una classe dirigente travolta dalle proprie faide intestine e dall’urto degli scandali. Berlusconi e Tremonti sono le principali ragioni della vulnerabilità italiana, sono il vertice di un potere privo ormai di legittimazione morale, e rappresentano la versione casereccia di quel rigorismo a senso unico che sta impiccando il vecchio continente all’albero del patto di stabilità. Si insegue il miraggio del pareggio di bilancio, affamando il Paese, deprimendone l’economia, non affrontando i nodi di una moderna politica industriale, definanziando l’innovazione e la ricerca, spezzando il cuore della pubblica istruzione. Si vuol curare l’ammalato con una medicina letale. In questo contesto appare esitante il profilo di alternativa delle opposizioni parlamentari in Italia. In verità è la sinistra europea che appare incapace di guardare con coraggio a questa deriva e di reinventarsi. Così l’Europa muore, l’Italia affoga in un post-berlusconismo fatto di macerie e di qualunquismo, la sinistra si consegna alle bancarelle come un gadget per turisti. Non possiamo star fermi, assistere a questa discesa agli inferi senza reagire. Le giovani generazioni e parti rilevanti di opinione pubblica chiedono segno tangibile, credibile, radicale di cambiamento. Scontiamo anche la poca credibilità di una rappresentanza parlamentare ostaggio delle nomenclature di partito, con un sistema elettorale che riesce a umiliare i principi del pluralismo democratico non garantendo alcuna stabilità politica.

Per questo vi chiedo di predisporre i banchetti per la raccolta delle firme per promuovere un nuovo referendum: abroghiamo il porcellum, cancelliamo una legge-vergogna, poniamo il tema di un nuovo sistema elettorale. Non vedere la crisi della democrazia, non reagire alla crisi della democrazia, comporta conseguenze assai gravi per la qualità e la moralità della politica. Organizziamo banchetti, chiediamo le firme, parliamo con i cittadini, segniamo la presenza di una politica capace di ascoltare. Prepariamoci all’autunno. Prepariamoci a tornare in piazza, accanto ai movimenti, con i giovani, lavoriamo perché l’indignazione diventi energia politica e culturale.

E il 1° ottobre noi di Sinistra ecologia e libertà prepariamoci a riempire una grande piazza di Roma. Fare piazza, intrecciare parole di verità e di ribellione, rendere visibile la voglia di cambiare, aiutare l’Italia migliore a uscire dal guscio della paura e del rancore. Il tempo dell’alternativa è ora.

Nichi Vendola