SEL Venezia. Nuova segreteria provinciale

VENEZIA METROPOLITANA: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTÀ RIPARTE DALLA COSTRUZIONE DELL’ALTERNATIVA
Mattia Orlando eletto all’unanimità coordinatore con una nuova segreteria provinciale

“Non andartene docile in quella buona notte …” recitava Dylan Thomas in una celebre composizione del 1951, poi ripresa anche nella ben più recente pellicola Interstellar “i vecchi dovrebbero bruciare e delirare al serrarsi del giorno. Infuria, infuria contro il morire della luce”.
Un’immagine suggestiva e appassionante che ci sussurra quanto possa essere sbagliato smettere di lottare, specialmente nei momenti di grande difficoltà, quando il buio sembra profondo. Lo stesso buio che è calato sulla città di Venezia (intesa anche nella sua dimensione metropolitana), oggi affidata ad “un paròn mascherato da paiasso”, per dirla in termini che siano a lui stesso comprensibili. Un paiasso che smetterà presto di far ridere, nel momento in cui comincerà ad usare il machete dei tagli su quei servizi sociali, la pubblica istruzione e gli altri settori che costituiscono il sistema nervoso delle politiche comunali a Venezia.
Tutto ciò è avvenuto anche perché, nella recente campagna elettorale comunale, sono mancate visioni alternative alla sua, solide e credibili. Dalla sconfitta del giugno scorso, lo stesso buio sembra infatti essere calato su ciò che resta del “centrosinistra”, là dove il confronto interno assume il carattere di una resa dei conti in cui regna sovrana la confusione su valori e temi. Come avvenuto nel caso delle grandi navi, qundo si dimentica come la tutela dell’ecosistema lagunare da nuovi devastanti scavi e difesa del reddito e rilancio del lavoro debbano essere i riferimenti di qualsiasi scelta.
Intanto la pattuglia consiliare pentastellata si riduce a fare da quinta stella al Grand Hotel Brugnaro, che gode già di una maggioranza sufficientemente larga e silenziosa per asserire che “qua comando io e il Venis Cruise lo boccio”, mentre twitta con arroganza uno sberleffo ai pochi consiglieri di opposizione che non sembrano aver capito l’antifona. A.A.A., dunque, cercasi disperatamente un’idea alternativa di città e un’opposizione in grado di farsene carico.

Certo, se il centrosinistra nel suo complesso non è in salute, dobbiamo ragionevolmente interrogarci se ci sia ancora vita “a sinistra”. Noi siamo convinti di sì, e ci proponiamo di dimostrarlo con un agire politico rinnovato, umile e sano, ma anche caratterizzato dalla rabbia e dalla determinazione di quanti conoscono sulla loro pelle gli effetti della crisi economica e la precarietà che affligge ormai un’intera generazione. Preferiamo tendere la mano a chi osserva il mondo dai marciapiedi, e non dalle pareti vetrate della Marittima o dalle torri di controllo dell’Aeroporto. Abbiamo voglia di ascoltare gli abitanti della Riviera del Brenta, perché sappiamo come le comparsate di Salvini e Zaia, pronti a scatenare “la guerra dei penultimi contro gli ultimi”, non siano servite a restituire loro la vita come la conoscevano prima dell’8 luglio. E pretendiamo di conoscere le ragioni che spingono la Regione Veneto ad imbastire il balletto dei reparti ospedalieri nel territorio della Ulss 13, con risultati deleteri per la qualità dei servizi.

Abbiamo l’ambizione di fare tutto questo e molto altro, ma soprattutto di non farlo da soli: crediamo infatti nell’apertura di una fase costituente che coinvolga partiti, movimenti, civiche, associazioni e comitati in una nuova forza progressista unita. Oltre SEL. E per questo ci mettiamo a disposizione.

La nuova segreteria della Federazione metropolitana di Venezia
di Sinistra Ecologia Libertà:
Mattia Orlando (coordinatore), Piero Teardo, Heidi Crocco,
Andrea De Lorenzi, Francesco Esposito

Venezia, 26 settembre 2015

“Ma cos’è la Destra, ma cos’è la Sinistra?”

“Ma cos’è la Destra, ma cos’è la Sinistra?”
Erano i primi anni 90, mio figlio un bambino di 8 o 9 anni. Un giorno, una domanda: “ma, mamma, che cos’è la Destra, che cos’è la Sinistra, qual è la differenza?” Ricordo la mia difficoltà nel dare una risposta a un bambino, a mio figlio, lì verso la fine del secolo scorso.
Gli risposi che la Sinistra voleva cambiare le cose, che la Destra voleva lasciarle così com’erano.
Quanto stupida e ignorante la mia risposta, tanto acuto e penetrante ciò che mio figlio, di rimando, esclamò: “Mamma, diventa di Destra, per piacere, così almeno conserviamo la foresta dell’Amazzonia!”.
Fu come una folgorazione. In un solo istante capii che il Novecento, e il mito del progresso che l’aveva caratterizzato, era finito. Che, perfino, i bambini sapevano che la nostra terra, i fiumi e le foreste erano lì ad urlarci di essere difese e salvate. Che le generazioni nate nei “meravigliosi” anni ’80, a differenza di quelle passate, percepivano davanti a sé l’ombra di un futuro, persino, peggiore di quell’inconsistente presente d’allora.

Eppure la dicotomia, che proponevo  a mio figlio, più di vent’anni fa, non è poi tanto diversa da quella stabilita, circa un anno fa, da Matteo Renzi  nel commento alla nuova edizione (a cura della casa editrice Donzelli)  del celebre saggio di Norberto Bobbio, Destra Sinistra, uscito nel 1994, in cui il Premier  sostiene che la Sinistra del 2000, non deve più  muoversi sulla  linea di demarcazione  disuguaglianza-uguaglianza (il celebre studioso aveva, infatti, teorizzato nel suo libro che la Sinistra si legherebbe all’idea di uguaglianza e la Destra a quella di diseguaglianza), ma contrapporre l’ innovazione (che contraddistinguerebbe la Sinistra) alla conservazione, tipica della Destra.

Non c’è nulla di più vecchio, anche per la Sinistra, del nuovismo, tanto più ignorante quanto più non sa fare neppure i conti con le proprie radici culturali e ideologiche.
Per questo credo sia meglio, oggi come oggi, evitare qualsiasi definizione teorica, stare alla larga da qualsiasi dicotomia e cogliere, semmai, la linea di demarcazione che separa la Destra dalla Sinistra nelle politiche concrete piuttosto che nelle dichiarazioni astratte, nei contenuti piuttosto che nei contenitori o, se si vuole, nelle differenti   disposizioni di approccio alla realtà, intese sia in termini di modalità interpretative delle questioni  sia in termini di metodo di sviluppo delle soluzioni.

E a guardare le disposizioni d’approccio alla realtà dell’attuale Amministrazione Comunale appare lampante che il segno è cambiato.
Ma il cambiamento, a dispetto dei teorici, vecchi e nuovi del “progressismo” non è necessariamente in meglio.
L’atto di nascita della Nuova Amministrazione è stato segnato dal ritiro dei volumi sull’omogenitorialità dalle scuole comunali frequentate dai bambini fino a 6 anni. “Ho dato ordine agli uffici che vengano ritirati tutti i libri con genitore 1 e genitore 2 dalle scuole…” dichiarava il Sindaco, confondendo, forse ad arte, la questione dei libri introdotti nelle scuole grazie al progetto “Leggere senza stereotipi”, cioè “storie che raccontano di famiglie che affrontano un percorso di adozione, altre che sviluppano il tema del divorzio, o quello delle famiglie arcobaleno, ossia composte da genitori dello stesso sesso”, con la proposta di usare nei moduli (d’iscrizione o altro) degli asili comunali la formula “firma del genitore” (come tra l’altro si fa nelle scuole elementari, medie e superiori) anziché quella di “firma della mamma e/o del papà” usata fino ad allora).

E un’analoga disposizione d’approccio alla realtà è quella che spinge, oggi, il Sindaco Brugnaro ad una nuova censura. Mi riferisco al “congelamento” della mostra fotografica i “Mostri di Venezia” di Berengo Gardn sulle grandi navi. Mostra che doveva essere inaugurata al Palazzo Ducale il 18 settembre e che il Sindaco, che ha tenuto per sé la delega alla cultura, ha rinviato a data da destinarsi per aver modo di affiancare (così si è espresso Brugnaro), agli scatti di Berengo Gardin, le tavole del Progetto Tresse Est (quello dello scavo del canale Vittorio Emanuele, come nuova via d’accesso alla Marittima sostenuto dal Sindaco e dall’Autorità Portuale). Ovvia la reazione dell’artista che ha subito dichiarato: “Se vogliono mostrare le tavole del nuovo canale facciano pure: ma separate. Quello è un progetto tecnico, il mio un racconto fotografico”. L’ex sindaco Massimo Cacciari esce allo scoperto sostenendo che un sindaco non può intervenire su argomenti come questi, che la scelta ultima è dei musei civici, il Presidente della Municipalità del centro-storico, Andrea Martini, offre l’ospitalità per la mostra a San Leonardo. In tanti prendono la parola, anche oltre i confini cittadini: da Celentano a Daverio, a Sgarbi, a Ilaria Borletti, sottosegretaria alla cultura criticando la decisione del Sindaco.

“Che cos’è la Destra, che cos’è la Sinistra” cantava Gaber con tagliente ironia. La domanda sembra oggi più attuale che mai, la risposta, forse, la si può trovare nelle “cose”, anche in avvenimenti come quelli qui riportati (la mostra di Berengo Gardin, i libri della Seibezzi) che apparentemente nulla sembrano aver a che fare con la Destra e con la Sinistra, in quelle che ho nominato come diverse disposizioni d’approccio alla realtà. Ma questo, forse, significa anche che destra e sinistra devono ridefinire i propri compiti e i propri contorni, ribadendo le differenze, non affermando le somiglianze…

Renata Mannise, coordinatrice
Circolo Venezia Centro Storico
Sinistra Ecologia Libertà

Primarie che restituiscono segnali importanti, ora valorizziamo questo patrimonio di esperienze per vincere la partita

Primarie che restituiscono segnali importanti, ora valorizziamo questo patrimonio di esperienze per vincere la partita

I risultati delle elezioni primarie di ieri sera rappresentano un segnale nitido. La nostra città, senza alcun tentennamento, ha scelto un candidato con un profilo credibile, con un passato autorevole e con un approccio alla politica che non lascia spazio a mediazioni al ribasso.
Il numero dei votanti restituisce una inequivocabile voglia partecipare, la necessità di essere parte attiva di una comunità importante. Un desiderio incontenibile di poter scegliere il proprio destino comune. Nessuna crisi di rigetto alla politica, quindi, rispetto agli scandali del Mose, ed – anzi – una richiesta netta di rivolgere lo sguardo avanti, verso un’altra direzione.
Oggi più che mai lo sforzo necessario sarà quello di tenere unità questa comunità, uno straordinario mix di esperienze e sensibilità, un patrimonio invidiabile ed imbattibile se valorizzato al meglio. Per questo siamo sicuri che Felice Casson saprà mettere in moto tutte le energie che si sono mobilitate divenendo il garante di questo processo.

Fin dall’inizio abbiamo creduto in questo percorso e siamo disponibili a fornire ancora il nostro contributo per sconfiggere tutti gli sfidanti in campo (e non), da quelli che rappresentano una minoranza che grida slogan e che si dimostra senza soluzioni per una città complessa come Venezia, ad altri che si porterebbero con sé i loro macroscopici conflitti d’ interessi.
Ripartiamo da quanto di meglio possa offrire un approccio di governo progressista ed ecologista e proviamo ad innovare questa ricetta. Tutto il resto è noia, come cantava quel tale, e noi – faremo di tutto – per non annoiare nessuno.

Federico Camporese, coordinatore Metropolitano
Federazione di Venezia
Sinistra Ecologia Libertà

2020Ve

Ospedale dell’Angelo, non si speculi sulla salute della gente

“Nessuna speculazione sulla salute della gente, si riducano e dilazionino le spese del project financing”

Leggiamo con preoccupazione del contenzioso economico relativo ai servizi accessori dell’Ospedale dell’Angelo che ricadono nelle spese della nostra Ulss. Sia chiaro, il nuovo Ospedale è sicuramente una struttura avanzatissima, di cui la nostra città aveva assoluto bisogno. L’ottimo personale impiegato e le numerose eccellenze presenti (basti pensare solo ai reparti di Emodinamica e Chirurgia – per citarne solo alcuni) integrano un “regalo”, una vera e propria sicurezza per i nostri concittadini.

Allo stesso tempo però, la distorsione legata alle logiche del project financing rimane un “macigno” che ricade in modo inequivocabile sulla collettività. Come già evidenziato in passato, i servizi accessori (il parcheggio, la lavanderia, la ristorazione, le tv per i pazienti, etc.) che sono da considerarsi parte complementare ma indispensabile dell’offerta sociosanitaria, hanno costi altissimi – e sono gestiti da Veneta Sanitaria Finanza di Progetto unicamente in una logica di mercato. Pensiamo ad un esempio esplicativo: la possibilità limitata per un famigliare (disoccupato o in condizioni di lavoro precarie) di un paziente che si trovi a dover prestare assistenza e dover sostenere (magari per mesi) un costo di parcheggio per poter accedere alla struttura dove è ricoverato il suo caro.

Per questo motivo ci associamo senza tentennamenti alla richiesta del direttore generale dell’Ulss 12, quei servizi vanno tarati su costi standard e non ci possono essere speculazioni sulle persone che vivono una condizione di fragilità (dai dati appare infatti che in alcuni servizi i costi siano perfino il doppio che altrove a parità di prestazioni).
In secondo luogo, ci auguriamo che l’eventuale contenzioso con Veneta Sanitaria non venga in alcun modo scaricato sulla comunità attraverso costi diretti (con un aumento delle tariffe dei servizi – oggi per molti già inaccessibili) o attraverso costi indiretti (imposte).
In questo senso, individuiamo solo alcune strade percorribili, la riduzione delle entrate dei privati rispetto a quanto avevano preventivato o un dilazionamento dei pagamenti, di modo da rendere sostenibili le spese dei servizi. Qualsiasi altro scenario risulterebbe a nostro avviso inaccettabile e siamo pronti a mobilitarci per scongiurarlo.

Federico Camporese, coordinatore Metropolitano
Federazione di Venezia
Sinistra Ecologia Libertà

2020Ve

Quando non c’è nulla da imparare da alcuni docenti

In questi anni abbiamo avuto modo di conoscere da vicino le “gesta” dell’insegnante Sartori. L’ultima volta è accaduto questa estate, al parco Bissuola, dove si è presentato insieme alle sue “milizie” per insultare alcune donne musulmane con i loro figli che aderivano ad una iniziativa organizzata dal comune di Venezia.

Gli insulti in quell’occasione furono pesantissimi e le persone mobilitate da altre città (perché nella nostra le idee portate avanti dal professore non hanno mai attecchito) non si risparmiarono, esibendo tutta la loro aggressività verbale su quelle donne e su quei bambini innocenti.

Non abbiamo dubbi su come le campagne portate avanti da Sartori in forma pubblica siano del tutto incompatibili con il ruolo di insegnante. Da un docente di questo tipo non si può imparare nulla, tantomeno possono essere tollerate forme di xenofobia e razzismo delle quali si sarebbe fatto promotore.

Hanno fatto benissimo i ragazzi del coordinamento studentesco a protestare davanti al provveditorato. Qui non si tratta di riportare la discussione indietro nel tempo, fino agli anni settanta delle contrapposizioni ideologiche. Si tratta, invece, di prendere atto di una persona incompatibile con un’agenzia educativa come la scuola pubblica, di una persona che viola costantemente alcune normative (si veda in tal senso la legge Mancino del ’93).

Per questo sosteniamo in modo convinto la mobilitazione del coordinamento ed intraprenderemo ogni iniziativa possibile (coinvolgendo anche i nostri parlamentari) perché vengano presi provvedimenti in tal senso.

Federico Camporese, coordinatore metropolitano
Federazione di Venezia
Sinistra Ecologia Libertà

Massima condanna al terrorismo criminale, nessuna assoluzione all’idiozia istituzionale che paventa terrore per racimolare consenso

Troviamo a dir poco agghiaccianti alcuni passaggi della circolare prodotta dall’assessore regionale all’istruzione e rivolta a tutte le scuole del Veneto, in relazione ai fatti accaduti a Parigi.
Ora, è fin troppo evidente che l’atrocità di questi fatti è da condannare senza alcuna indecisione e che i pazzi criminali come quelli che hanno compiuto queste stragi non possono essere affrontati con un atteggiamento buonista, ma con giuste misure di intelligence ed operazioni di polizia ben coordinate. Se sarà necessario, ovviamente, bisognerà anche intensificare la sorveglianza nei nostri territori.

Quello che non è in alcun modo accettabile però, è l’associazione forzata di un fatto (gravissimo e deprecabile) di cronaca come l’accoltellamento del padre originario di Musile di Piave, al fanatismo religioso. Così come risulta del tutto delirante e offensivo l’invito ai dirigenti scolastici a chiedere agli alunni di religione musulmana (e alle loro famiglie) un segnale di dissociazione da quanto accaduto. Bisogna, infatti, rovesciare radicalmente questa prospettiva. La maggioranza delle persone di religione musulmana che vive nel nostro territorio (studia nelle nostre città, lavora nelle nostre città, paga le tasse delle nostre città e del nostro Paese), è la prima  – infatti  – a subire le ricadute negative di questa tensione, senza condividere alcunché della follia omicida dei terroristi islamici.
Si tratta quindi di non lasciare isolato nessuno, di non esasperare le differenze per miseri scopi propagandistici, di non erigere muri e diffidenze laddove non hanno ragione di esistere. L’inclusione, nel rispetto delle differenze e condotta in modo serio, è il più importante antidoto al terrorismo e ad una società che si divida in modo conflittuale.

Consapevoli della preparazione dei dirigenti scolastici del nostro territorio e confidando pienamente nelle loro capacità educative, ci auguriamo che possano affrontare al meglio l’argomento cestinando al più presto quella circolare che – invece – dimostra tutta l’inadeguatezza, l’inconsistenza e la pochezza dell’assessore all’istruzione e dell’intera giunta Zaia.

Federico Camporese, coordinatore metropolitano
Federazione di Venezia
Sinistra Ecologia Libertà

2020VE

Venezia. Nessuno struzzo al Governo, subito la valutazione e il via libera alle alternative sostenibili

La sentenza del Tar che nei fatti consente il ritorno dei giganti del mare in Laguna, è l’ennesima dimostrazione del duplice abbandono che affligge Venezia in questa fase storica. Da un lato – infatti – la nostra città subisce un commissariamento che lascia (come era ovvio immaginarsi) tutto lo spazio possibile ai cosiddetti poteri forti. Questi arcipelaghi di interessi, in assenza di un’amministrazione legittimata dal consenso dei cittadini, possono muoversi liberamente – e a più livelli – per raggiungere i loro scopi.

Dall’altro lato, questo Governo, come tanti altri governi del passato (espressioni delle più diverse maggioranze politiche), mette la testa sotto la sabbia e lascia ad un destino segnato una delle città più importanti dell’intero Pianeta.

Mi pare del tutto evidente, quindi, che in assenza di una presa di posizione decisa da parte del Governo su una delle alternative possibili al passaggio delle Grandi Navi nel bacino di San Marco l’ambiguità lascerà spazio al trascinarsi del problema o a soluzioni scellerate – come lo scavo del Canale Contorta.

Per questo, per scongiurare l’ennesimo spreco di risorse pubbliche per una grande opera dagli evidenti limiti, chiediamo al Governo e ai sottosegretari locali di “non fare gli struzzi” e di esprimersi chiaramente su una delle alternative possibili che potrebbero al contempo: risolvere la pericolosità di questi transiti in bacino, salvaguardare l’occupazione del settore e non compromettere dal punto di vista ambientale la Laguna di Venezia.

Federico Camporese, coordinatore metropolitano
Federazione di Venezia
Sinistra Ecologia Libertà

2020VE

Venezia. Maggiore equità nel Patto di Stabilità

Maggiore equità nel Patto di Stabilità per Venezia, adesione convinta all’appello della Fondazione Pellicani

Cogliamo molto positivamente l’iniziativa lanciata dalla Fondazione Pellicani sul tema della modifica del Patto di Stabilità per Venezia e vi aderiamo convintamente.
È ormai conclamata da straordinaria penalizzazione che la nostra città sta subendo con gli effetti del Patto, specialmente alla luce della sua specificità che, in questo contesto, finisce drammaticamente per risultare motivo di ulteriore vessazione piuttosto che di particolare tutela. La ricomprensione all’interno del calcolo di risorse legate alla Legge Speciale, al Casinò e ad altre entrate che oggi non sussistono più, risulta assolutamente scorretta e miope nella prospettiva salvaguardare una città unica al mondo come Venezia.
A questo si aggiungono i tagli dei trasferimenti agli enti locali degli ultimi quattro anni, che per Venezia sono stati maggiori che altrove, ben il 66% a fronte di una media per gli altri comuni che si attestava sul 43%.

Ormai da lungo tempo Sinistra Ecologia Libertà si sta impegnando anche in Parlamento, in primis con il deputato di circoscrizione Giulio Marcon, nella battaglia per la modifica del Patto per Venezia e per una nuova Legge Speciale che riconosca in modo oggettivo le specificità storiche e socioeconomiche del nostro territorio. Non chiediamo deroghe o assistenzialismi, ma il semplice ritorno ad una condizione di equità.

Federico Camporese, coordinatore metropolitano
Federazione di Venezia
Sinistra Ecologia Libertà

2020VE

Carnevale è lontano, niente scherzi sulla città.

Apprendiamo dalla stampa locale che Sinistra Ecologia Libertà avrebbe concordato il proprio appoggio alla candidatura di Sebastiano Bonzio (esponente di Rifondazione Comunista) alle imminenti primarie del centrosinistra.

Ci teniamo a ribadire che Sinistra Ecologia Libertà è impegnata in un percorso diverso, che insieme ai Verdi e all’associazione In Comune punta a dare vita alla lista 2020VE, un soggetto in cui SEL intende essere protagonista.  La nostra volontà è quella di interpretare una stagione politica alternativa ma in una logica di governo.
Per questo motivo stiamo assistendo un po’ increduli alla “sfilata carnevalesca” di candidati alle primarie e ci stiamo concentrando su quello che secondo noi è la vera priorità per il nostro territorio. Un progetto orientato al rilancio del sistema di welfare, alla trasformazione ecologica della città e alla promozione delle forme innovative di economia e dei processi di governance. E’ questa infatti la ricetta che serve, quella che dovrà attraversare la nostra città nei prossimi anni.

Auspichiamo, quindi, da parte di tutti un maggiore senso di responsabilità. Se si crede veramente nel rilancio di una coalizione progressista (unico riferimento per chi vive una condizione di fragilità), se si vuole davvero il bene della nostra città, occorrono meno protagonismi e un maggiore sforzo collettivo per definire la cornice su cui muoversi e – subito dopo – chi potrà essere il migliore interprete di questa stagione. Non escludiamo che possa provenire anche dalla nostra area politica, ma questa proposta non può né deve essere concepita come un posizionamento tattico, come un ulteriore scherzo di Carnevale, serve una proposta seria e concreta. Tutto ciò considerato anche quello che hanno vissuto i nostri concittadini con gli scandali di questi mesi, nei loro confronti intendiamo agire con il massimo rispetto.

Federico Camporese, coordinatore metropolitano
Federazione di Venezia
Sinistra Ecologia Libertà

Venezia, nessuna porta chiusa alle ragioni dell’Agenzia sociale per la casa

Troviamo estremamente preoccupante quanto accaduto oggi a Cà Farsetti. I manganelli usati contro i manifestanti dell’Agenzia Sociale per la Casa (ASC) e la porta del municipio chiusa loro in faccia, denotano un clima di poca comprensione rispetto a quello che è uno dei problemi sociali più importanti del nostro paese – e che riguarda, in modo inequivocabile, anche la nostra città. Il diritto all’abitare, infatti, viene negato ingiustamente a molti individui che spesso sono costretti ad una  precarietà esistenziale oltre che lavorativa.

Le proposte e le azioni dell’agenzia sociale per la casa, che da tempo denuncia l’indecenza dei circa 600 alloggi dell’ATER che sono lasciati sfitti a marcire quando potrebbero essere recuperati e assegnati alle molte persone bisognose, sono istanze che devono essere prese in serissima considerazione da chi ha la responsabilità di governo del nostro territorio (anche se per un periodo limitato).

Ci auguriamo che fatti come quelli che si sono visti oggi non si ripetano più e chiediamo di fare piena luce su quanto accaduto. Invitiamo inoltre il commissario ad aprire urgentemente un tavolo di confronto con l’agenzia sociale per la casa al fine di restituire un clima sereno in città e con lo scopo di approfondire le ragioni di chi si batte da anni per non lasciare che alloggi pubblici vengano lasciati all’incuria e al degrado.

Federico Camporese, coordinatore metropolitano
Federazione di Venezia
Sinistra Ecologia Libertà

2020VE

Venezia. “Nessuna periferia nella nostra città”

Ribadiamo ancora una volta l’urgenza di definire la data delle elezioni per restituire una regia politica a questa città sommersa – ormai quotidianamente – dalle innumerevoli istanze che caratterizzano la complessità di questo territorio. Un territorio ancora ferito dagli scandali del malaffare e che a nostro avviso non può far subire altri torti ai suoi abitanti – che meritano invece una governance da loro scelta e all’altezza di questa importantissima sfida.

Riteniamo quindi strategico considerare alcune semplici azioni che potranno essere attuate per non far fare una salto all’indietro ad alcune aree della città che altrimenti rischierebbero di essere travolte dal degrado, dall’incuria e dall’abbandono, con la conseguente frustrazione di chi le vive ogni giorno.

Pensiamo che sia urgente pianificare la riqualificazione dell’area di viale San Marco, che preveda la programmazione delle bonifiche, il superamento delle recinzioni a delimitare gli spazi inquinati ed un investimento per l’area giochi mai realizzata – per la quale anche oggi gli abitanti del quartiere hanno manifestato.

Allo stesso tempo riteniamo fondamentale pensare alla riapertura del Teatro del parco Bissuola (restaurato e oggi chiuso) anche solo in alcune fasce orarie serali, coinvolgendo le numerose associazioni culturali presenti sul territorio. Attualmente, infatti, in quell’area verde occorre rilanciare ogni tipo di presidio sociale per scongiurare e disincentivare il ritorno delle brutte frequentazioni.

Infine, la scuola ex Edison di Marghera che era stata assegnata con delibera alla municipalità per garantirne un uso pubblico attraverso l’avvio di attività culturali e sociali e che ora – a quanto pare – verrebbe revocata per sistemare alcuni uffici della Prefettura. Anche in considerazione dei molti sforzi intrapresi dai comitati e dalle associazioni per risistemare, pulire e rendere vivo questo spazio, riteniamo utile ripensare a questa scelta dopo aver effettuato le opportune bonifiche per smaltire l’amianto.

Chiediamo, quindi, di venire incontro alle esigenze della città e dei suoi abitanti, con pochi sforzi dedicati a queste aree non avremo nessun ritorno al passato, nessuna resa al degrado, e potremmo gettare le basi per affermare una città diversa. Una città senza periferie, viva, e orientata al futuro.

Federico Camporese, coordinatore metropolitano
Federazione di Venezia
Sinistra Ecologia Libertà

2020VE

18 ottobre: Ricerca in piazza in tutta Europa

They have chosen ignorance!” (Hanno scelto l`ignoranza).
È l`incipit dell’appello, sottoscritto da piu` di settemila tra dottorandi, docenti e cittadini europei che, a seguito della mobilitazione francese iniziata a settembre, ha lanciato una serie di appuntamenti tra cui la
grande mobilitazione europea di oggi 18 ottobre per respingere, con forza, il taglio da 1 miliardo di euro, che la commissione UE di Juncker e la Presidenza Italiana dell’Unione proporranno nel budget 2015. Per esprimere il netto dissenso verso le politiche neoliberiste dell’attuale governo dell’Unione Europea che, comprimendo gli investimenti pubblici, di fatto, aggravano la crisi.
I
tagli previsti nel budget comunitario 2015 nel settore “Ricerca e Sviluppo” non consentiranno, infatti, nemmeno di raggiungere nel 2020 l’obiettivo del 3% del PIL dei Paesi UE destinato a saperi e innovazione.

I settori della conoscenza e della ricerca, che potrebbero costituire la garanzia per un’uscita dalla crisi, grazie a queste politiche miopi e suicide, divengono soltanto una voce di spesa da decurtare.
Esi
ste uno stretto rapporto (dati OCSE) tra l`aumento della disoccupazione giovanile e della precarieta` nel mondo del lavoro e i sempre più carenti finanziamenti alla ricerca e all’innovazione tecnologica nella produzione industriale, alle scuole pubbliche, all’università, al diritto agli studi:
Sciences en marche”, la rete dei ricercatori francesi che, oggi, 18 ottobre, manifestera` a Parigi, è chiarissima su questo: la diffusione sempre più ampia dei contratti a tempo determinato e l’incapacità degli imprenditori privati di investire nell’innovazione non garantiscono ai giovani dei reali percorsi formativi capaci di produrre conoscenze utili all’attività economica del Paese e alla cultura democratica della nazione.
In Italia la situazione e` ancora peggiore: dal 2008 università e laboratori hanno
perso il 18,7% dei finanziamenti statali, il 100% dei fondi per la ricerca di base e il 90% dei reclutamenti (10 mila ricercatori in meno). E l`ADI (Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani) denuncia che dei 15.300 assegnisti di ricerca attivi nel 2013, il 96,6% non continuerà la propria attività.

Risulta, allora, evidente la fondamentale sintonia fra le politiche liberiste e conservatrici della nuova Commissione U.E. e il governo di Renzi, che inserisce i 150 milioni di euro del Fondo Integrativo Speciale per il diritto allo studio nel Patto di stabilita, tagliando, in questo modo, gli investimenti e comprimendo i diritti. Queste politiche

Sinistra Ecologia e Libertà è una piccola forza politica, ma ha la forza di stare dalla parte di chi lotta per difendere i diritti. Per questo il 10 ottobre eravamo in piazza con gli studenti, oggi aderiamo a questa mobilitazione europea e il 25 ottobre saremo a Roma a manifestare contro il Jobs Act.

Renata Mannise
SEL Dipartimento Nazionale Saperi


La lettera aperta dei ricercatori europei
http://openletter.euroscience.org/open-letter-italian/
Sciences en marche
http://sciencesenmarche.org/fr/
Per la scienza e per la cultura”, l’appello italiano
http://perlascienzaperlacultura.eu/l-appello

Diritti e futuro per la scuola della Repubblica

La proposta la “buona scuola” formulata da Renzi e dalla ministra Giannini, rappresenta una compiuta espressione del governo delle larghe intese che, in nome di una stabilizzazione falsata dai dati di bilancio, taglia gli investimenti e comprime i diritti. Un esempio: si inseriscono nel patto di stabilità i 150 milioni di euro del Fondo Integrativo Statale per il Diritto universitario allo Studio (DUS).

La “buona scuola” che ci viene annunciata, e nel cui progetto siamo tutti “coinvolti” grazie alla populistica invenzione di una consultazione online (dove l`esercizio della democrazia coincide con la compilazione di un questionario), non è la scuola della Legge fondamentale della nostra Repubblica: la Costituzione.
È una scuola in cui vige uno sfrenato principio di competizione, tra scuola e scuola, tra insegnanti “bravi” (o meglio, “buoni”) gia` preventivamente calcolati ne 66% per ogni scuola (che prenderebbe, ogni tre anni, l’aumento) ed insegnanti meno “bravi”, corrispondenti a un 33%, deciso in partenza, che per tre anni non avra` diritto a nessun aumento. Tutto cio` in evidente contrasto con gli articoli 1 e 3 della Costituzione repubblicana. Per non parlare del ruolo dei privati chiamati a sopperire alle carenze e alle inadempienze dello Stato.

L`unica “buona scuola” che noi vorremo, invece, è quella laica, di massa, che attua l’art. 34 della Costituzione, garantendo diritti interi per i soggetti in formazione e che, tra tante macerie, urla il suo desiderio di esistere.
Sinistra Ecologia e Libertà e` una piccola forza politica, ma ha la forza di stare dalla parte di chi lotta per difendere i diritti: quelli del lavoro e quelli inalienabili della persona umana.
Per questo SEL, il 10 ottobre, sara` presente nelle piazze d’Italia esprimendo il proprio sostegno alla mobilitazione studentesca indetta per quella giornata.
E poi il 18 ottobre sara` insieme al mondo della ricerca che, manifestera` in tante piazze d’Europa per respingere, con forza, il taglio da 1 miliardo che la commissione UE di Juncker e la Presidenza Italiana dell’Unione proporrà nel budget 2015 dell’Unione.
La “buona scuola” che vorremmo e` quella che interviene nella formazione di individui che, divenuti adulti, hanno il diritto di entrare, e di essere riconosciuti, nel mondo del lavoro. E questa “buona scuola” e` incompatibile con il il Jobs Act.

Per questo, il 25 ottobre, SEL sara` a Roma a manifestare, insieme al mondo del lavoro (e del non lavoro: quello precario, non garantito o assente).
La nostra “buona scuola, davvero” è quella che abbiamo presentato come Legge d’Iniziativa Popolare con Alessia Petraglia (SEL), Michela Montevecchi (M5S), Walter Tocci (PD), sottoscritta da 100 mila cittadini e che prevede il 6% del PIL destinato alla formazione.

Renata Mannise
Dipartimento nazionale “Saperi”
Sinistra Ecologia Libertà

Un no urlato al Jobs Act. Precarietà lavorativa è precarietà esistenziale

Non ci può essere nessuna “fiducia” verso lo smantellamento dei diritti, verso proposte di libero demansionamento, verso un progetto che punta a tenere sotto ricatto chi non si allinea a scelte aziendali tutte rivolte a salvaguardare i vertici e mai la base. Abbiamo già visto il film di una cosiddetta sinistra che propone precarietà travestita da flessibilità. No grazie, cambiamo verso. Senza hashtag e, possibilmente, per davvero.

Federico Camporese, coordinatore metropolitano
Federazione di Venezia
Sinistra Ecologia Libertà

Non chiediamo la Luna, ci basta l’Aurora

Abbiamo deciso di essere presenti come Sinistra Ecologia Libertà alla manifestazione promossa da “Buongiorno Marghera” per ribadire la nostra contrarietà alla sospensione dell’attività del teatro Aurora.
Siamo fermamente convinti che la promozione della cultura di prossimità sia un valore per questo territorio. Anche il Teatro del Parco, sito al parco Albanese ed oggi ancora chiuso al pubblico dopo un restauro, merita le stesse attenzioni. Crediamo nel rilancio della programmazione dei Forti e in una piena agibilità delle associazioni che attraverso le loro attività aiutano a rendere frequentati questi luoghi . Sono spazi, questi, che risultano tutt’altro che periferici in termini di offerte culturali proposte.
Pensiamo che ogni sforzo debba essere intrapreso dall’amministrazione e dal consiglio regionale per garantire le risorse  finalizzate al mantenimento di queste attività, che sono divenute punto di riferimento per i nostri cittadini e che appaiono come elementi strategici per la tenuta del tessuto sociale urbano.
Non chiediamo la luna, ci basta la sopravvivenza del teatro Aurora.

Federico Camporese , coordinatore metropolitano
Federazione di Venezia
Sinistra Ecologia Libertà

Per una nuova coalizione sociale, civile e politica

Crolla il sistema corrotto, nasce la città nuova.
Per una nuova coalizione sociale, civile e politica
Unire chi si è sempre opposto al “sistema” e chi esprime una visione nuova.

Sotto i colpi della magistratura cade finalmente un sistema potente, a lungo intoccabile, capace di sedurre e corrompere come di intimidire e costringere, che finora avevamo sfidato e combattuto solo in pochi. Da questo crollo benvenuto può nascere un’altra Venezia, e anche un’amministrazione e una relazione tra politica e società che uniscano chi si è sempre opposto a tale sistema e chi esprime una nuova idea di città. Un’idea, in effetti, già tradotta in parte in realtà in questi anni e che proprio quel sistema di inquinamento morale, politico e amministrativo frenava.

Siamo stati tra i protagonisti principali della lotta alla corruzione e al malgoverno e, al tempo stesso, siamo tra i soggetti che più hanno promosso, sul territorio e nell’amministrazione, la città futura i cui requisiti preliminari sono onestà e trasparenza e i cui cardini programmatici sono:

  • la difesa e lo sviluppo di politiche forti di welfare municipale;
  • la rigenerazione di Venezia senza nuove violenze né all’ecosistema né alla legalità – di cui è un esempio la nascita del Parco della Laguna Nord insieme alle lotte contro le grandi navi e alla ricostruzione dell’equilibrio idrodinamico e morfologico stravolto dalle manomissioni novecentesche;
  • il rilancio di Porto Marghera, riformando procedure e obiettivi delle bonifiche (altro campo di esercizio del malaffare e del malgoverno), sostenendo investimenti e progetti che uniscano competitività, innovazione e sostenibilità – di cui è esempio il nascente ecodistretto dell’energia e del riciclo (che ha già portato alla storica chiusura dell’inceneritore di rifiuti urbani e dell’inceneritore SG31 di rifiuti tossici e nocivi);
  • la riqualificazione della città di terraferma, con Mestre al centro, in una dimensione metropolitana che punti a una progressiva connotazione smart dell’intero territorio con una mobilità moderna, lo sviluppo ulteriore della banda larga a fibra ottica, un sistema energetico che, secondo le previsioni del Piano delle Azioni per l’Energia Sostenibile (Paes) e con le linee guida del Piano Clima già approvati, ponga la città in linea con le città del mondo all’avanguardia per risparmio, efficienza e innovazione in campo energetico e produttivo.

Su queste basi – aperte e solide – si può ricostruire una nuova coalizione sociale, civile e politica per liberare e rigenerare Venezia. Questa sfida ci vedrà protagonisti, per la Venezia del 2020 e oltre, come lo siamo stati in questi anni, spesso da soli, sempre dalla parte giusta.

Associazione “in comune”
Sinistra Ecologia e Libertà
Verdi – Green Italia

Venezia, giugno 2014

Una paratoia per difenderci dal malaffare

Prima o poi i nodi vengono al pettine. Come una parte di questa città ha sempre denunciato, il “sistema Mose” emerge finalmente dalle torbide acque nel quale si è sviluppato per anni. La creazione di un concessionario unico, i flussi di denaro senza controllo, ci sono apparse – da subito – come l’humus ideale per corruzione, connivenze e comportamenti illeciti di svariata sorta.

Aspetteremo, naturalmente, gli esiti della vicenda giudiziaria senza scagliarci come avvoltoi sulle singole persone inquisite per racimolare del facile consenso. Chiediamo tuttavia, allo stesso tempo, di fare piena luce su tutti gli aspetti più inquietanti di questo intreccio del malaffare che lega istituzioni a tutti i livelli e che scalfisce ulteriormente, e giustamente, la fiducia dei cittadini nei confronti della politica.
E’ sul piano politico, appunto, che pretendiamo piena discontinuità. E’ ora di riportare i valori della trasparenza, dell’onestà, della politica con la P maiuscola – quella orienta alla gestione del bene comune – nei palazzi di governo della nostra città e della nostra Regione.

Federico Camporese, coordinatore metropolitano
Federazione di Venezia
Sinistra Ecologia Libertà

Scegliamo “L’Altra Europa con Tsipras”, scegliamo Camilla Seibezzi

Crediamo che mai come in questa occasione le elezioni europee siano da considerare una scadenza importante, che segnerà il destino personale di tutti i cittadini dell’Unione. La logica dell’austerità, delle larghe intese, dell’Europa supina ai mercati finanziari e alle politiche della Troika, non può essere ritenuta l’unica soluzione per affrontare la crisi che stiamo attraversando.
Anche il vento del populismo, delle spinte xenofobe, di chi individua facili simboli come responsabili di politiche che hanno a monte precisi interessi, non può essere considerata la strada che ci indirizzerà verso prospettive migliori.
L’Altra Europa con Tsipras – ed i temi che propone – ci sembrano l’unica vera alternativa a questi due scenari. Un’Europa che torna alle origini, ai valori della Carta di Ventotene. Un’Europa solidale, giusta, rispettosa dell’ambiente, che promuove, tutela ed estende il campo dei diritti.
Tra le candidature presenti nella circoscrizione NordEst  abbiamo individuato in Camilla Seibezzi quella più capace di interpretare questo cambiamento. Camilla è da tempo impegnata sui temi dei diritti, del welfare municipale, dell’ecologia e della produzione culturale. Camilla è nata e cresciuta a Venezia, una città internazionale, crocevia di genti e di culture, luogo di scontro ed incontro tra diverse idee di sviluppo.
Siamo convinti che questa candidatura potrebbe davvero contribuire alla costruzione di un’Europa diversa e per questo motivo abbiamo deciso di sostenerla con convinzione. Invitiamo tutti coloro che hanno a cuore questo progetto politico a recarsi alle urne domenica per scegliere “L’altra Europa con Tsipras” e scrivere accanto SEIBEZZI.

Federazione Provinciale Sinistra Ecologia Libertà Venezia

Grande preoccupazione per i manifestanti contro l’austerità fermati a Bruxelles

Apprendiamo con grande stupore e preoccupazione del fermo di alcuni manifestanti veneziani a Bruxelles, tra cui il consigliere comunale Beppe Caccia ed il candidato alle elezioni europee per la lista Tsipras Luca Casarini.

La loro presenza fuori dai palazzi dove si svolgeva l’European Business Summit nasceva dalla necessità di affermare, insieme a molti altri, una netta contrarietà alle politiche di austerità imposte dalla Troika e dal TTIP (l’accordo transatlantico che rafforza logiche di mercato e speculazione). Questi organi ed i soggetti che partecipano a questi summit, spesso sanciscono un’idea di Europa che comporta ricadute pesantissime sulle persone condannandole ad una precarietà lavorativa ed esistenziale.
Oltre a ciò, tali vertici, sono i luoghi in cui vengono formulate scelte che “mettono in ginocchio” i livelli di governo locale attraverso l’adozione di misure stringenti come il patto di stabilità.
Per questo motivo, sicuri della buona fede dei nostri concittadini e delle loro ragioni, chiediamo che vengano rilasciati subito e che vengano attivati tutti i canali diplomatici necessari all’ottenimento immediato di questo risultato.

Federico Camporese, coordinatore metropolitano
Federazione di Venezia
Sinistra Ecologia Libertà

La Federazione provinciale di SEL aderisce all’appello di Zagrebelsky contro le riforme costituzionali di Renzi/Berlusconi

La riforma elettorale, la riforma costituzionale, il decreto sul lavoro, sono i tre atti con cui il governo Renzi si presenta.

La legge elettorale mantiene tutti i difetti del porcellum già dichiarato incostituzionale e ne peggiora la capacità di rappresentanza. E’ stata a ragione paragonata alla legge Acerbo del 1923, di cui è straordinariamente simile, che ha aperto la strada al fascismo. Prepara un Parlamento di nominati al cui interno sono escluse tutte le voci che non appartengono ai due maggiori partiti e con una maggioranza parlamentare che potrebbe rappresentare il 10/15% dell’elettorato.

La riforma costituzionale prevede un Senato di non eletti e senza compiti di controllo e di contrappeso, funzionale alla gestione autoritaria che la nuova legge elettorale consentirà del Parlamento.

Il decreto sul lavoro trasforma in strutturale la precarietà dei lavoratori e li rende soggetti sempre più deboli e privi di strumenti e di diritti per esercitare la propria cittadinanza.

Se questi tre provvedimenti passeranno l’Italia diventerà un paese ancora peggiore, caratterizzato da un autoritarismo di tipo nuovo che si fonda sullo sconquasso dell’architettura istituzionale e sulla rottamazione dell’idea stessa di democrazia rappresentativa.

Per questi motivi la Federazione provinciale di SEL aderisce convintamente all’appello di Libertà e Giustizia redatto da Gustavo Zagrebelsky e firmato da Stefano Rodotà, Barbara Spinelli e da tanti altri cittadini, intellettuali, lavoratori. E invita le altre Federazioni in Italia e la Direzione nazionale di SEL a promuovere un movimento di adesione all’appello perché molte voci si levino in difesa di una democrazia sempre più incerta e a rischio.

Federazione Provinciale di Venezia
Sinistra Ecologia Libertà